«Grow it, Show it! Uno sguardo ai capelli da Diane Arbus a TikTok» è il titolo della grande mostra di fotografia, curata da Thomas Seelig e Miriam Bettin, che dal 13 settembre al 12 gennaio 2025 è allestita nel Museum Folkwang. Presentando un’ampia selezione di fotografie storiche, le prime databili al 1845, e contemporanee, video e filmati scelti dal mondo delle arti, della moda e dei social media, spaziando da opere iconiche come il celebre lavoro di documentazione di J.D. ’Okhai Ojeikere sulle acconciature nigeriane a quello dell’artista e fotografo di moda Suffo Moncloa per Gucci, la rassegna si dedica al significato culturale delle pettinature mettendone in evidenza il ruolo nelle nostre società, nella politica ufficiale e nella vita di tutti i giorni: un argomento che ci riguarda tutti dal momento che i capelli (e i peli del corpo) sono molto più che un semplice accessorio di moda, espressione della nostra identità, mezzo di comunicazione capace di lanciare messaggi immediati e spesso inequivocabili, dichiarazione di uno status o di un convincimento ideologico o di una condizione sociale.
Da fotografi come Helmut Newton o Chaumont-Zaerpour, che mettono in scena le acconciature come elementi centrali di design, fino ad artisti come Hoda Afshar, Thandiwe Muriu o Maria Tomanova, che rappresentano i capelli come mezzo di resistenza ed emancipazione, «Grow it, Show it!» mostra che le immagini dei capelli sono un argomento non solo dell’industria cosmetica o del mondo patinato delle riviste di moda, ma anche dei discorsi queer-femministi, della politica del corpo e delle narrazioni postcoloniali. Allo stesso tempo, la mostra racconta come le immagini dei capelli si siano consolidate negli anni definendo tendenze e linguaggi. Un posto centrale nel percorso espositivo è assegnato alla storia della fotografia e al ruolo giocato dai nuovi formati dei social media, come i video tutorial e Asmr. Attraverso il collegamento associativo di diversi periodi, contesti, campi tematici e mezzi fotografici, «Grow it, Show it!» racconta su 1.400 metri quadrati di spazio espositivo diverse storie di capelli e le intreccia in una grande installazione spaziale aperta e multimediale che si rinnova di continuo, con un totale di un centinaio di artisti partecipanti.