«Madre e figlia» (1932) di Elisa Maria Boglino

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«Madre e figlia» (1932) di Elisa Maria Boglino

La prima retrospettiva di Elisa Maria Boglino

La mostra all’Imago Museum di Pescara riunisce dipinti provenienti da musei e collezioni private, e opere grafiche nelle quali predominava la ricerca di un protosegno, con un’attenzione particolare ai dipinti degli anni Trenta

Fino al 28 luglio l’Imago Museum propone la prima retrospettiva italiana dedicata a Elisa Maria Boglino (Copenaghen, 1905-Roma, 2002), artista sospesa tra due culture pittoriche e due patrie, la natìa Danimarca e l’Italia, dove si stabilì fin dagli anni Venti. 

La mostra, a cura di Marco Nocca (Accademia di Belle Arti di Roma), riunisce dipinti provenienti da musei e collezioni private, e opere grafiche nelle quali predominava la ricerca di un protosegno («essere allieva di Matisse sarebbe stata una grande fortuna, ma forse a discapito della primordialità» disse una volta). Un’attenzione particolare è rivolta ai dipinti degli anni Trenta (la sua età migliore), all’epoca esposti alla Biennale di Venezia: da «Le alienate» (1931), il suo opus magnum in prestito dal Mart di Rovereto, a «Lavandaia» e «Ragazza con bambina». Seguì un lungo silenzio, conseguente alla seconda guerra mondiale: sposato un avvocato del luogo si rifugiò così a Santa Anastasia, in Sicilia. Il suo ritorno alla pittura avvenne nel dopoguerra, a Roma, con l’inaugurazione di un atelier personale e aperture alla scultura. Nel 1956 la sua ultima apparizione alla Biennale con tre disegni. 

Elisa Maria Boglino (il nome di battesimo era Elisa Johanne Rosa Maria Maioli) è stata un’artista irriducibile alle mode e prigioniera di un sempiterno gender gap, e ha rappresentato con sguardo lungimirante la condizione femminile, la solitudine dell’epoca moderna e l’amore. A Pescara, i suoi lavori instaurano un dialogo ideale con la collezione di impressionisti nordici e quegli espressionisti tedeschi a cui si sentiva legata. Elisa si lasciò ispirare inoltre da Masaccio e Piero della Francesca, e dal più vicino Edvard Munch. «Ho sempre disegnato con il desiderio nel cuore, affermò. Di rado mi sono fatta prendere dal fantastico, disperato intellettualismo di questo secolo».

Maurizio Di Fazio, 28 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

La prima retrospettiva di Elisa Maria Boglino | Maurizio Di Fazio

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