«Broken Dreams - 22, Donbas, Ukraine» (2022) di Gabriele Micalizzi

Cortesia di 29 ARTS IN PROGRESS gallery

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«Broken Dreams - 22, Donbas, Ukraine» (2022) di Gabriele Micalizzi

Cortesia di 29 ARTS IN PROGRESS gallery

La bellezza relativa della guerra

In una mostra nella 29 Arts in Progress Gallery di Milano i conflitti armati raccontati attraverso gli occhi e l’obiettivo di Gabriele Micalizzi

La galleria 29 ARTS IN PROGRESS, nel quartiere di Sant’Ambrogio di Milano, invita il pubblico a guardare i conflitti armati con un nuovo sguardo, attraverso le immagini di Gabriele Micalizzi (classe 1984). «A Kind of Beauty» in mostra dal 4 aprile al 28 giugno 2024, presenta una selezione delle immagini più significative dell’archivio di negativi del fotografo, dalle immagini in bianco e nero stampate ai sali d’argento a quelle a colori, per raccontare due decenni di guerra.

Micalizzi ha lanciato la sua carriera come fotogiornalista a 23 anni, quando accompagnò l’esercito italiano e francese in Afghanistan. Da allora, ha documentato i principali conflitti mondiali, dalla Primavera araba alla Siria.

«Sono sopravvissuto a quattro attentati, ho oltre 100 punti sul mio corpo, ma niente mi fermerà dal raccontare la storia e dare voce a chi non ne ha», racconta il fotografo, che non si è fermato nemmeno dopo essere stato colpito da un razzo dell’IS in Siria.

«Dreaming to Be Away, Sirte, Libya» (2016) di Gabriele Micalizzi, cortesia di 29 ARTS IN PROGRESS gallery

In ambito militare, la zona di un conflitto è definita un teatro e così essa appare anche nelle immagini del fotografo milanese, in cui ogni persona ritratta ha un suo ruolo da giocare in quel preciso istante. Il risultato è un racconto profondamente evocativo, un esempio di come un reportage giornalistico possa diventare un’opera d’arte, senza però ridursi a una ricerca estetica e compositiva.

«Gabriele ha una straordinaria capacità di sintesi, riesce a coniugare in un unico scatto poesia, potenza e bellezza, illustra la curatrice della mostra Tiziana CastelluzzoLe sue fotografie, anche quelle più esplicite, sono espressione metaforica di una realtà più ampia, più complessa che induce lo spettatore a porsi interrogativi sugli eventi, sull’uomo e sulla natura dei conflitti».

«Action! #3, Athens, Greece» (2011) di Gabriele Micalizzi, cortesia di 29 ARTS IN PROGRESS gallery

In questo periodo storico in cui le fotografie sommergono e stordiscono la coscienza collettiva, Micalizzi invita il pubblico a immergersi nella complessità della guerra, a elaborarne i diversi significati e dettagli in modo critico. La vicinanza del fotografo ai soggetti ritratti, il suo mettersi in prima linea con i combattenti, infonde le immagini del carico emotivo del conflitto. La macchina foto diventa così uno strumento per permettere e imporre a chi guarda di rivivere le emozioni del momento dello scatto, in un contesto tutto è enfatizzato, accelerato e la solidarietà è essenziale.

Anna Aglietta, 05 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

La bellezza relativa della guerra | Anna Aglietta

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