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Henry Gibbs, «Enea e la sua famiglia in fuga da Troia in fiamme» (particolare)

Cortesia della Tate

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Henry Gibbs, «Enea e la sua famiglia in fuga da Troia in fiamme» (particolare)

Cortesia della Tate

La Tate restituisce un’opera del Seicento inglese razziata dai nazisti

Lo Spoliation Advisory Panel della Gran Bretagna afferma che l’opera venne sequestrata come «atto di persecuzione razziale»

Gareth Harris

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Un dipinto del XVII secolo del pittore inglese Henry Gibbs, raffigurante «Enea e la sua famiglia in fuga da Troia in fiamme», razziato dai nazisti e acquistato dalla Tate più di 30 anni fa, sarà restituito ai discendenti del mercante ebreo che lo possedeva.

Il quadro, realizzato nel 1654, faceva parte di 66 opere che vennero sequestrate dai nazisti in una galleria di Samuel Hartveld ad Anversa il 26 marzo 1942. Secondo lo Spoliation Advisory Panel, l’ente che si pronuncia sulla titolarità contestata delle opere d’arte presenti nelle collezioni pubbliche del Regno Unito, l’opera di Gibbs, che raffigura una scena tratta dall’Eneide, fu presa dai nazisti come «atto di persecuzione razziale».

Maria Balshaw, direttrice della Tate, afferma in una dichiarazione: «Sebbene la provenienza dell’opera, al momento della sua acquisizione nel 1994, sia stata allora approfonditamente indagata, non erano noti fatti cruciali riguardanti la precedente proprietà del dipinto».

Hartveld e la sua seconda moglie Claire Melboom vissero ad Anversa, ma se ne andarono prima dell'occupazione tedesca, il 10 maggio 1940. Il figlio della coppia, Adelin Hartveld, rimase in Belgio e si unì alla Resistenza; fu condannato a morte dai nazisti nel gennaio 1942.

In un rapporto del 10 aprile 1945 si legge che le proprietà degli Hartveld furono confiscate dai tedeschi e poste sotto amministrazione. Il documento chiariva: «La stanza con i dipinti fu acquistata da un individuo di nome Van den Broek e continuò a essere gestita da lui».

Lo Spoliation Advisory Panel afferma che il dipinto di Gibbs fu venduto da Van den Broek alla Aramex Shipping Company. Tuttavia, quando la Tate acquistò l’opera nel 1994, questa non apparteneva alla Aramex Shipping Company, ma alla Galerie Jan de Maere di Bruxelles. «Alcune delle opere di Hartveld potrebbero essere passate di mano più volte dal 1940 e si ritiene che si trovino in gallerie di tutta Europa», spiega il Ministero della Cultura, dei Media e dello Sport del Regno Unito.

La richiesta per il dipinto di Gibbs è stata presentata il 10 maggio dello scorso anno a nome del Sonia Klein Trust per conto degli eredi e dei pronipoti di Samuel Hartveld. «Il personale della Tate Britain si è dimostrato aperto e tempestivo nell’approvare la raccomandazione dello Spoliation Advisory Panel», dicono i fiduciari del Sonia Klein Trust.

Un rapporto online di conservazione e restauro della Tate (2020) riferisce che «ci sono vecchie linee di crepe nella pittura, relative ai bordi interni di un precedente telaio... La tecnica pittorica di Gibbs dimostra un certo livello di pianificazione e un uso strategico dei materiali».

Negli ultimi 25 anni, lo Spoliation Advisory Panel ha ricevuto 23 richieste di restituzione: 14 opere sono state restituite agli eredi degli ex proprietari. L’anno scorso, in un caso di alto profilo, l’ufficio ha stabilito che un gruppo di tre opere di Rubens dovesse rimanere all’attuale proprietario, il Courtauld di Londra.

Gareth Harris, 31 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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