Vincent Noce
Leggi i suoi articoliLa Biennale Paris, fondata nel 1962 e un tempo la fiera d’antiquariato più prestigiosa del mondo, non c’è più. Dopo anni di confusione, scandali e lotte, il sindacato francese degli antiquari che ha gestito la fiera ha annunciato la decisione di «voltare pagina della Biennale, per allestire un nuovo evento» in città.
Si tratta di EX.Paris, una fiera multidisciplinare che, in collaborazione con l’Arts and Fine Crafts Foundation e la società privata poco nota Procept & Manufactura, dal 27 novembre al 5 dicembre riunirà antiquari con gioiellieri, orologiai e altri oggetti di lusso nella struttura che sostituisce temporaneamente il Grand Palais (ora chiuso per importanti lavori di restauro), nell’Esplanade des Invalides, sulla riva sinistra della Senna.
Di fronte a una serie di battute d’arresto e alla crisi di Covid-19, il Syndicat National des Antiquaires aveva disperatamente cercato di inventare una nuova formula per la Biennale con una commissione guidata dal mercante d’arte Georges de Jonkheere, che si è dimesso per i crescenti disaccordi tra i membri più anziani e i più giovani.
La Biennale sembra essere l’ultima vittima della pandemia, ma in realtà non si era mai veramente ripresa dallo scandalo del 2016 a seguito delle indagini penali, tuttora in corso, per presunta contraffazione avviate contro alcuni dei suoi mercanti di spicco. Fino ad allora, anche se è stata indebolita da eventi rivali come Tefaf Maastricht o Frieze Masters, la fiera è stata fonte di entrate importanti per il Syndicat, che da allora è crollato.
Nonostante anni di controversie interne, la Biennale era diventata un evento annuale nel 2016: una decisione fallimentare, con un numero di visitatori sceso di due terzi, da 90mila nel 2012 a 32mila nel 2017. L’ultima edizione, lo scorso autunno, era stata annullata a causa della pandemia e sostituita da un’asta online tramite Christie’s, che aveva avuto risultati disastrosi attirando solo 1,5 milioni di euro a fronte di una stima di 7-10 milioni.
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