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L’Isis distrugge Palmira, noi l’Isiao (ex Ismeo)

L’Isis distrugge Palmira, noi l’Isiao (ex Ismeo)

Vittorio Sgarbi

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La distruzione dell’Isiao, già Ismeo, Istituto italiano per l’Africa e l’Oriente, per disposizione dei ministri dell’Economia e degli Esteri nel novembre del 2011, ultimo atto del governo Berlusconi, sicuramente ignaro, è un crimine così grave contro la cultura, il buon senso e le stesse emergenze storiche del nostro tempo, così legata all’Africa e all’Oriente, da lasciare senza parole.

Chi conosce il valore dei principi generali ispirati da Giovanni Gentile, e il merito delle rare ricerche e degli studi di Giuseppe Tucci, grande studioso di filosofia e di religioni dimenticate, non può che indignarsi per la dispersione di un patrimonio così notevole e così raro, e di una biblioteca di settore unica e irripetibile.

Per capire l’enormità sarebbe come avere dissolto la biblioteca di Warburg con la sua specificità. Soltanto la profonda incultura e la vertiginosa ignoranza delle nostre istituzioni politiche e culturali potevano arrivare così in basso, assumendo verso un patrimonio tanto prezioso lo stesso atteggiamento distruttivo dell’Isis con i monumenti antichi.

Conoscere in Italia tradizioni e civiltà dell’Africa e dell’Oriente sarebbe il miglior modo per affrontare migrazioni e continui incroci con afflussi di popolazioni, degne di comprensione e rispetto, e non pregiudizialmente nemiche. 
La conoscenza è l’unico antidoto alla violenza e alla guerra.

 

Vittorio Sgarbi, 20 gennaio 2016 | © Riproduzione riservata

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