«Fuori dalla barricata» di Jacopo Benassi (particolare)

Cortesia dell’artista e Francesca Minini, Milano

Image

«Fuori dalla barricata» di Jacopo Benassi (particolare)

Cortesia dell’artista e Francesca Minini, Milano

Jacopo Benassi: la tempesta e dopo la quiete

La nuova mostra dell’artista spezzino alla galleria Francesca Minini di Milano

L’artista Jacopo Benassi, reduce dal successo della mostra conclusasi da poco alla Gam di Torino, inaugura il 17 settembre a Milano, nella galleria Francesca Minini, la personale «Sàlvati Salvàti»

Classe 1970, nato a La Spezia dove ancora oggi vive e lavora, per questa mostra (interamente prodotta nel suo rifugio in Borgogna) ha deciso di costruire, come il gambo spinoso della rosa che si erge nell’invito, uno sbarramento. «L’idea, anzi, odio le idee e quindi, la mia esigenza, è quella di creare una barricata a metà della galleria fatta di opere d’arte, di cemento, di cose, di bandiere, di ricordi… come se fosse una barricata del ’68», spiega Benassi. Le opere saranno disposte in modo da creare un senso di confusione organizzata, riflettendo il tumulto interiore dell’artista e il caos del mondo esterno. Dietro l’apparente durezza del suo sguardo, l’artista rivela un’anima gentile e generosa che sente la necessità, attraverso la sua arte, non solo di riflettere il suo mondo interiore, ma anche il suo desiderio di condivisione e connessione con gli altri. «Dentro la barricata ci porto le mie performance e i miei amici. Mi piacerebbe creare una situazione di un luogo che vive, non è solo una mostra ma una sorta di occupazione della galleria». Ad inaugurarlo ci sarà Khan of Finland, pioniere della musica electro e figura di spicco della scena underground berlinese. 

Tra i lavori di Benassi troviamo immagini potenti come un mare che brucia o un mondo che esplode perché la sua produzione riflette un’energia grezza e una visione apocalittica, dove spesso l’elemento distintivo è il taglio del vetro che protegge le immagini: una sorta di ribellione contro le convenzioni artistiche, offrendo uno sguardo crudo e sincero sulla realtà. Per Benassi, la pittura, che da qualche tempo sta sperimentando, rappresenta l’evoluzione naturale della sua arte. «La vera fotografia contemporanea è la pittura», afferma, sottolineando come i suoi dipinti siano una risposta alla necessità di esplorare nuovi mezzi espressivi e di catturare immagini che la fotografia tradizionale non può raggiungere. 

Nella sala più intima della galleria propone un cambiamento di tono «dall’apocalisse a un mondo di speranza con tre fotografie di grandi dimensioni che segnano un nuovo inizio. È come se ripartissi da zero, spiega. La tempesta, e dopo la quiete». «Sàlvati Salvàti», che si chiude il 9 novembre e che sarà accompagnata da un testo di João Laia, direttore artistico di arte contemporanea del Comune di Porto, è più di una semplice mostra: è un’esperienza. Benassi, infatti, non solo condivide la sua visione del mondo, ma crea anche uno spazio dove l’arte diventa rifugio contro le ostilità della vita.

Rischa Paterlini, 16 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Jacopo Benassi: la tempesta e dopo la quiete | Rischa Paterlini

Jacopo Benassi: la tempesta e dopo la quiete | Rischa Paterlini