Image

Piatto della manifattura Iznik battuto il 25 aprile 2024 da Christie’s a Londra a 52.920 sterline (stima 20-30mila sterline)

Cortesia di Christie’s 2024

Image

Piatto della manifattura Iznik battuto il 25 aprile 2024 da Christie’s a Londra a 52.920 sterline (stima 20-30mila sterline)

Cortesia di Christie’s 2024

In crescita il mercato dell’arte islamica e indiana

Le ultime aste inglesi e francesi registrano il ritorno dell’Iznik-mania e una parata d’arresto delle antichità iraniane. Non passa inosservata un’emergente casa d’aste londinese

Beatrice Campi

Leggi i suoi articoli

L’andamento del mercato internazionale dell’arte islamica e indiana è sempre stato dettato da precise date sul calendario, che sono fondamentalmente imperdibili per gli «addetti ai lavori» di questo settore quali collezionisti privati, antiquari, musei e fondazioni culturali. Fino a poco tempo fa, Londra e le sue case d’aste regnavano quasi incontrastate sullo scacchiere commerciale di questo mercato, proponendo aste specialistiche ogni primavera e autunno. Negli ultimi dieci anni, anche grazie alle complicazioni logistiche e fiscali causate dal Brexit, il mercato dell’arte islamica delle case d’asta francesi ha conosciuto un’esponenziale crescita, sia di immagine che di capacità contrattuale, sottraendo pezzi straordinari che in passato sarebbero stati venduti a Londra (minandone dunque il primato). La prima metà del 2024 ha visto lo svolgersi delle notorie aste di arte islamica e indiana londinesi da Sotheby’s, Christie’s e Roseberys (24 - 26 aprile), seguite da due aste da Bonhams (21 maggio), per terminare con un giugno molto movimentato dove il mercato si è diviso a metà tra le aste francesi (11 - 25 giugno) e quelle londinesi (5 - 20 giugno), contando un totale di ben dieci vendite specialistiche. Considerato il numero elevato di aste di questa categoria, non sembra difficile credere che il mercato dell’arte islamica e indiana sia in netto fermento e stia vivendo un vero e proprio «periodo aureo». Ma ogni grande vittoria annovera vincitori e vinti.

Analizzando i risultati delle aste 2024 finora concluse, si possono dunque evidenziare chiare tendenze di mercato che identificano quali categorie conseguano maggiore interesse e prestigio nell’attuale mondo del collezionismo internazionale dell’arte islamica e indiana. Gli ultimi sei mesi hanno confermato la piena ripresa dell’Iznik-mania (ceramica ottomana prodotta a Iznik); la discesa verticale delle antichità iraniane, soprattutto per quanto riguarda le ceramiche di Kashan e i metalli del Khorasan; l’indiscusso fascino e potere d’acquisto della calligrafia iraniana e dei manoscritti islamici antichi, dai fogli cufici fino ai Corani ottomani e dell’India Mughal; e non da ultima, l’alta desiderabilità della pittura indiana e Sikh, contando però con un maggiore grado di selettività rispetto al passato. Tra i lotti di ceramiche ottomane, piatti della manifattura Iznik hanno avuto grande successo da Christie’s (lotto 140, 25 aprile), Bonhams (lotto 60, 21 maggio), e Olympia Auctions (lotto 36, 5 giugno). È importante notare che tutti e tre i lotti citati provenissero da collezioni private, rispettivamente francese, belga, e londinese. Un altro risultato memorabile nel mondo della ceramica ottomana si è recentemente visto da Olympia Auctions, dove la mattonella esagonale turchese con motivo çintamani di proprietà di Sir Howard Hodgkin (1932-2017) (lotto 129, 5 giugno), è stata battuta per 115mila sterline.

Album della prima parte del XIX secolo, con otto ritratti degli imperatori Mughal dell’India del Nord e dei loro discendenti Timuridi. Cortesia di AZCA Auctions

Nella categoria delle arti del libro, la doppia Khamsa (Quintetto) miniata safavide in vendita da Christie’s, contenente le opere letterarie più importanti di Nizami e Amir Khusrau Dihlavi e datata tra il 1624 e il 1626, ha sicuramente colpito nel segno (lotto 54, 25 aprile): con uno strepitoso prezzo di martello di 2,4 milioni di sterline, il lotto è stato aggiudicato a un compratore online. Considerato che l’unico altro esemplare similare di doppia Khamsa miniata di epoca safavide è di proprietà della Fondazione Giorgio Cini a Venezia, un dono personale al collezionista italiano da parte dell’ultima imperatrice dell’Iran, c’è da augurarsi che il manoscritto di Christie’s sia stato acquistato da un museo o ente culturale che ne permetta la fruizione pubblica. Il secondo risultato record delle aste primaverili londinesi si è visto da Sotheby’s, dove un tappeto persiano «a giardino» in seta, firmato dal tessitore Ibrahim ibn Aqa Baqir Kirmani e prodotto a Kirman (Persia meridionale) nel tardo XIX secolo, è stato aggiudicato a un compratore online per 850mila sterline al martello (lotto 77, 24 aprile). La categoria dei tappeti ha certamente avuto un ruolo di rilievo nelle aste di aprile, grazie anche alla collezione privata di George Farrow la cui vendita è stata divisa tra Christie’s (25 aprile) e Roseberys (4 giugno).

L’attenzione dei compratori di arte islamica e indiana è stata scissa tra Francia e Inghilterra a giugno, considerato il numero di aste. In Francia, si nota da subito la presenza di molti manoscritti islamici e dipinti indiani, e la simultanea mancanza di lotti di metalli di valore, eccetto i ricorrenti candelieri mamelucchi, e di materiale persiano, che, fatta qualche rara eccezione, ha avuto una parata d’arresto nelle aste primaverili rispetto ai risultati record degli anni passati. In Inghilterra, l’attenzione è posta sulle arti dell’India, non soltanto dipinti, ma varie altre categorie quali metalli, tessuti, ceramiche e fotografia. Tra le principali case con aste specialistiche del settore si distinguono Lyon & Turnbull (12 giugno) con una selezione di dipinti indiani della collezione degli storici dell’arte William e Mildred Archer; Roseberys (19 giugno), che presenta sia lotti di arte classica che di arte contemporanea con artisti come Francis Newton Souza e Jamini Roy; e AZCA Auctions, una casa d’asta specialistica emergente, dedicata esclusivamente alle arti non-europee e al collezionismo del lusso. La loro asta inaugurale, del 20 giugno ha presentato una distinta selezione di oltre 250 lotti dedicati interamente a celebrare le arti dell’India e dei paesi islamici. I primi 105 lotti («An Eye for Detail») raccontano il collezionismo appassionato di una famiglia della campagna inglese, che per tre generazioni ha destinato ogni suo sforzo a preservare opere d’arte e oggetti testimonianti l’incredibile varietà̀ del patrimonio culturale e artistico del Subcontinente indiano. Nei rimanenti 150 lotti, va evidenziato un album della prima parte del XIX secolo, proveniente da una prestigiosa collezione privata europea e contenente otto ritratti degli imperatori Mughal dell’India del Nord e dei loro discendenti Timuridi (lotto 164, battuto a 18.450 sterline), somma espressione dell’arte cortese dell’India islamica prima dell’avvento della dominazione inglese.

La mattonella esagonale turchese con motivo çintamani battuta per 115mila sterline da Olympia Auctions. Cortesia di Olympia Auctions

Beatrice Campi, 28 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Excursus storico e istruzioni per l’uso di una normativa che esercita un doveroso controllo, ma si traduce sovente in un rallentamento burocratico

Questa edizione è stata caratterizzata dalla presenza sempre più marcata di espositori che mettono in rilievo le produzioni artistiche dei paesi islamici, dell’India e del Sudest asiatico

In crescita il mercato dell’arte islamica e indiana | Beatrice Campi

In crescita il mercato dell’arte islamica e indiana | Beatrice Campi