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Partecipanti alla conferenza stampa dello «Sciopero della cultura».

Foto: Eli Šufliarska

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Partecipanti alla conferenza stampa dello «Sciopero della cultura».

Foto: Eli Šufliarska

In Slovacchia uno sciopero nazionale del mondo della cultura

La manifestazione fa seguito al licenziamento dei direttori della Galleria Nazionale Slovacca e del Teatro Nazionale Slovacco all'inizio di agosto

Richard Unwin

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La crisi nel cuore del settore culturale slovacco si è aggravata il 5 settembre, quando i rappresentanti di diversi settori hanno annunciato di essersi uniti per dichiarare «l'inizio di un'emergenza sindacale chiamata Sciopero della Cultura».

In una conferenza stampa presso il fiume Danubio, nel centro di Bratislava, gli organizzatori dello Sciopero della Cultura hanno presentato tre richieste fondamentali, che riguardano «la fornitura di una gestione professionale e competente» al Ministero della Cultura, la «cessazione della censura ideologicamente motivata» e «l'immediata stabilizzazione finanziaria del settore, con particolare attenzione al miglioramento della valutazione economica dei lavoratori e della loro sicurezza sociale».

All'evento sono intervenuti Martin Šmatlák, rettore dell'Accademia delle Arti dello Spettacolo di Bratislava, e l'attrice del Teatro Nazionale Slovacco Jana Kovalčiková, oltre ai rappresentanti delle associazioni studentesche e dei lavoratori dell’emittente pubblica Stvr.

Al momento dell’annuncio, quasi 1.300 persone avrebbero sottoscritto l’adesione allo sciopero, con almeno una persona per ciascuna delle 135 diverse organizzazioni culturali coinvolte. Gli organizzatori hanno dichiarato che si tratta di quasi 250 persone del Teatro Nazionale Slovacco (Snd), 100 persone della Galleria Nazionale Slovacca (Sng) e 68 persone su 220 dipendenti del Ministero della Cultura.

Nella sua prima fase, lo sciopero è inteso come un «allarme», durante il quale non ci sarà «alcun arresto o interruzione del lavoro». I partecipanti potranno evidenziare il loro coinvolgimento indossando abiti con il logo e la scritta dello sciopero e inserendo dichiarazioni visive di sostegno negli spazi di lavoro, sui social media e online.

Sebbene questa prima fase non sia destinata ad avere un impatto sulle produzioni artistiche, gli organizzatori affermano che una «escalation di pressione» potrebbe in seguito vedere interventi pubblici diretti, come per esempio interrompere le produzioni con «il suono di una sirena, leggendo le richieste di sciopero nel bel mezzo della produzione o durante gli orari di spettacolo in musei e gallerie, spegnendo le luci e l’audio per un tempo simbolico... non solo sui palcoscenici, ma anche nelle gallerie o nei musei, nei negozi e così via».

Coordinato dal collettivo Otvorená Kultúra! (Cultura aperta!), l’annuncio dello sciopero segue mesi di crescente tensione tra i lavoratori della cultura e la ministra slovacca della Cultura del partito di destra, Martina Šimkovičová.

Componente del Partito Nazionale Slovacco, Šimkovičová è in carica dall’ottobre 2023, quando il suo partito si è unito a un nuovo governo di coalizione guidato dal primo ministro populista Robert Fico.

Poiché molti nel settore culturale si oppongono agli interventi politici di Šimkovičová e al suo «brand», oscillante tra conservatorismo sociale e nazionalismo convinto, una petizione del gennaio 2024, promossa dall’artista slovacca Ilona Németh, ha raccolto oltre 189mila adesioni per chiedere le dimissioni del ministro. Imperterrita, Šimkovičová ha portato avanti la sua agenda interventista, culminata con il licenziamento dei direttori di Snd e Sng all’inizio di agosto.

Ma piuttosto che soccombere al controllo del governo, il settore si è mobilitato, con molti lavoratori che si sono uniti alle proteste di piazza per chiedere nuovamente le dimissioni di Šimkovičová. L’unità interdisciplinare e multigenerazionale del movimento di protesta è stata evidente fin dall’inizio, tanto che i piani per uno sciopero nazionale hanno iniziato a essere sviluppati in occasione di una riunione su larga scala presso l’Snd il 12 agosto.

I rappresentanti dello Sciopero della Cultura cercheranno ora di incontrare i presidenti dei partiti di governo della Slovacchia per avviare i negoziati, con l’obiettivo di creare «una cultura aperta a tutti».

Richard Unwin, 06 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

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