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«Concetto spaziale» (1957) di Lucio Fontana, stima 450-650mila euro

Cortesia della casa d’aste Farsetti

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«Concetto spaziale» (1957) di Lucio Fontana, stima 450-650mila euro

Cortesia della casa d’aste Farsetti

In Italia è l’ora del Grand Tour moderno e contemporaneo

Da Torino a Roma, passando per Milano e Prato, ecco che cosa propongono i cataloghi delle aste di settore del mese di maggio e inizio giugno

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Elena Correggia

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A maggio la stagione degli incanti entra nel vivo anche in Italia. Ecco, quindi, una selezione di lotti da tenere d’occhio fra le molteplici proposte delle case d’aste nell’ambito dell’arte moderna e contemporanea. Si comincia il 15 maggio da Bolaffi, a Torino, (una seconda sessione è in programma il 16 maggio in modalità «Internet live») con un’asta che punta sui grandi maestri del Novecento, a cominciare da tre nature morte degli anni Quaranta. La prima è «Vita silente», di Giorgio de Chirico, dai toni bruni e dorati (la stima è di 40-60mila euro), mentre la seconda di Felice Casorati, «Zucchini», del 1942, venne esposta nello stesso anno alla Biennale di Venezia e reca al verso un abbozzo di ritratto di ragazzo oltre che varie etichette di esposizioni (30-40mila).

«Zucchini» (1942) di Felice Casorati, stima 30-40mila euro. Cortesia Aste Bolaffi

Risente degli echi del cubismo di Braque e di Picasso, ma anche della scomposizione cromatica di Cézanne, un’altra interessante natura morta, questa volta di Fausto Pirandello, del 1947, proveniente da collezione privata veneziana (18-25mila). Fra i protagonisti delle avanguardie della seconda metà del secolo spicca Nicola De Maria con «Onde dentro il regno dei fiori», una tecnica mista su carta geografica riportata su tela della metà degli anni Ottanta (25-35mila). Da segnalare infine nella sezione dei manifesti, stampe e multipli la storica locandina della rivista «Ver Sacrum», organo ufficiale del gruppo responsabile della Secessione viennese, realizzata da Gustav Klimt nel 1898 (13-16mila la stima).

Top lot dell’asta organizzata da Finarte il 16 maggio, a Roma, sarà invece un raro lavoro dello scultore Sérgio Camargo, «Relief n.8», del 1963, in legno dipinto di bianco, proveniente dalla mostra personale allestita alla galleria L’Obelisco di Roma nel 1967 (300-400mila). L’artista brasiliano si avvicina all’estetica del Minimalismo con una riflessione diretta a indagare le qualità dei diversi materiali impiegati, mettendo in luce i volumi così come i diversi effetti prodotti sulle superfici. L’analisi dello spazio e delle geometrie trova riscontro anche nei lavori del maestro giapponese Jiro Takamatsu, con «Dimensione prospettiva, Spazio I», una tecnica mista su due tavole sagomate unite, di importanti dimensioni, esposte alla Biennale del 1968 (200-300mila). Fra gli italiani occupa un posto di primo piano Emilio Vedova con una grande composizione in bianco e nero, «Confine», del 1952, una tempera su tela anch’essa esposta alla Biennale (50-70mila). Non passa inosservata neppure la raffinata vetrata di Duilio Cambellotti, «Nubi invernali o I cavalli», del 1936, eseguita per un villino del quartiere romano Parioli (40-60mila).

«I Cavalli» (1936) di Duilio Cambellotti, stima 40-60mila euro. Cortesia Finarte

Il 28 e 29 maggio ci si sposta a Milano per l’appuntamento da Il Ponte, che propone artisti celebri dal primo Novecento al secondo dopoguerra, con opere spesso inedite e con qualche «chicca» di difficile reperibilità. Fra queste un’importante testimonianza dell’alessandrino Angelo Morbelli, «Una partita a carte», del 1904, in cui luci e ombre disegnano l’intima comunicazione della scena, lavoro dal ricco curriculum espositivo, fra cui una mostra personale alla Galleria Pesaro di Milano del 1929-30 (40-60mila). Notevole per qualità delle opere la nutrita sezione dedicata ai maestri futuristi, fra cui spicca Giacomo Balla con «Gatti futuristi», un olio di grandi dimensioni del 1922-24, presentato alla XCIV Esposizione della Società degli Amatori e Cultori di Belle Arti di Roma (250-300mila), accanto a Gerardo Dottori con il dinamismo cromatico di «Forze ascensionali» del 1923, tela esibita anche all’estero in mostre a New York, Taipei e Helsinki (35-50mila).

«Gatti futuristi» (1922-24) di Giacomo Balla, stima 250-300mila euro. Cortesia Il Ponte casa d’aste

È forse uno sconosciuto burattinaio a guidare l’assembramento di uomini-manichini che dominano il «Combattimento di Puritani» di Giorgio de Chirico, tela del 1959-60 (150-200mila), mentre nell’ambito dell’Informale colpiscono un «Senza titolo» di Tancredi del ’59, dal forte impatto cromatico (50-70mila) e un’opera storica del 1963, color rosso fuoco, di Emilio Scanavino, «Dall’alto in basso», proveniente dalla collezione della stilista Krizia (15-25mila). Fra le altre, numerose testimonianze delle avanguardie che hanno animato il secondo dopoguerra si segnalano il nucleo di opere della Scuola di piazza del Popolo e in particolare «Lisca nera» del 1961 di Tano Festa (50-70mila) e un irriverente ritratto di Mao Tze Tung ad opera di Sergio Lombardo (30-50mila). Per il gruppo Forma 1 spicca poi Carla Accardi, con una sperimentazione su sicofoil, «Marrone», del 1972 (45-60mila). Infine, nell’ambito delle sculture sono da citare alcune opere di Lucio Fontana fra cui una «Battaglia» del 1947 in terracotta smaltata policroma, valutata 15-25mila euro

Christie’s Italia prosegue invece la sua collaudata formula di vendita solo online dal 21 al 30 maggio, con un catalogo che propone circa 120 lavori di oltre una settantina di artisti (una selezione di opere sarà esposta a Milano a Palazzo Clerici dal 23 al 26 maggio). Accanto a un «Concetto spaziale» di Fontana su fondo bianco, del 1967-68, (400-600mila) dalla disposizione ritmica dei buchi che tratteggiano una forma ovoidale, sarà proposto un lavoro di Ettore Spalletti, «Untitled», del 1989 da una collezione privata europea (120-180mila), molto simile ad «Azzurro», la tela che proprio da Christie’s Milano nel giugno 2022 aveva segnato il record mondiale per l’artista con un’aggiudicazione per 201.600 euro. Fra i nomi di maestri che hanno ancora ampi margini di crescita c’è William Kentridge.

«Film» (1984) di Mimmo Paladino, stima 40-60mila euro. Cortesia Christie’s Images Ltd 2024

Dell’artista sudafricano, che ora espone in una personale all’Arsenale Institute for Politics of Representation di Venezia, Christie’s offre «Espagne et Portugal (Porter with Bicycle)», del 2003, un’imponente opera di 248 x 340 cm, proveniente da una collezione privata italiana e per la prima volta all’asta con una stima di 80-120mila. Di grande formato (quasi 200x200cm) anche «Film», un lavoro di Mimmo Paladino (40-60mila). L’opera, del 1984, è stata inserita in varie monografie scritte da Achille Bonito Oliva e richiama l’attenzione su questo importante esponente della Transavanguardia la cui creatività è celebrata fino a giugno alla Fondazione Palazzo Boncompagni di Bologna con la mostra Mimmo Paladino nel Palazzo del Papa.  Sempre sugli scudi Salvo, di cui sono proposti due paesaggi, uno del 1989 «Untitled» (100-150mila) e «Inverno» del 2000 (70-100mila). Dopo la significativa retrospettiva che Christie’s ha dedicato ad Alighiero Boetti a Londra, nel febbraio scorso, non poteva mancare una selezione di sue opere, fra cui «Gemelli», importante biro del 1974 (90-130mila).

L’ultima tappa del tour si ferma a Prato, dove l’uno giugno è la volta dell’asta di Farsetti. Sotto i riflettori c’è una testimonianza delle prime ricerche di Fontana intorno al concetto e al gesto del taglio, ovvero «Concetto spaziale» del 1957, riapparso sul mercato dopo oltre 50 anni (450-650mila). Esso fa parte di una serie limitata di tagli realizzata da Fontana su un’apposita carta su tela richiesta dall’artista per sfruttare l’elasticità della tela e al contempo la morbidezza della carta. Fra gli artisti stranieri sono presenti fra gli altri Yves Klein con il suo celebre blu IKB, declinato in tre dimensioni in «Untitled Blue Sponge (SE77)» del 1960 circa (350-450mila) e Jean Fautrier, pioniere dell’Informale francese con «Senza titolo», del 1962, una tecnica mista che spicca per l’estrema audacia delle sue forme organiche e l’intensità espressiva (250-350mila). Di Salvo è presente una selezione di opere, fra cui un olio su tela del 1983, «Senza titolo», che raffigura una strada notturna (100-150mila), così come di Carla Accardi sono proposti alcuni lavori fra cui «Dileguando incatenare» del 1986, vinilico su tela dai forti contrasti cromatici (110-170mila). È infine un accordo continuo di colori quello che domina invece «Medici’s Touch», olio su tela del 1965 di Piero Dorazio, dalla ricca storia espositiva (70-90mila).

Elena Correggia, 14 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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