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La moschea Kharbouch in piazza Jeema el-Fna, a Marrakech, danneggiata dal terremoto del 9 settembre 2023. Foto Unesco

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La moschea Kharbouch in piazza Jeema el-Fna, a Marrakech, danneggiata dal terremoto del 9 settembre 2023. Foto Unesco

Il terremoto in Marocco ha distrutto anche siti Patrimonio dell’Umanità

Tra i luoghi danneggiati dal sisma registrato nella notte tra l’8 e il 9 settembre la medina medievale di Marrakech. La moschea di Tinmel, nell’Alto Atlante, sarebbe interamente crollata

Hadani Ditmars

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Numerosi siti del Patrimonio mondiale dell'Unesco sono stati gravemente danneggiati dal recente terremoto in Marocco.
«Dopo una simile catastrofe, la cosa più importante è preservare le vite umane», ha dichiarato sabato Éric Falt, direttore regionale dell’Ufficio Unesco per il Maghreb. Il bilancio delle vittime del terremoto di magnitudo 6,8 che ha colpito nella tarda serata di venerdì 8 settembre è salito a più di 2.500.
Falt ha sottolineato l’importanza della valutazione dei danni e del ripristino del patrimonio materiale e immateriale, affermando che è «necessario pianificare immediatamente la seconda fase, che comprenderà la ricostruzione delle scuole e dei beni culturali colpiti dal terremoto».

Uno di questi «beni culturali» è la medina medievale di Marrakech, inserita nella lista del Patrimonio mondiale dell’Unesco nel 2009. «Possiamo già dire che i danni sono molto più gravi del previsto», ha dichiarato sabato 9 settembre il rappresentante dell'Unesco dopo una visita di valutazione di due ore in quest'area di 700 ettari, caratterizzara da un intrico di stradine.

Fondata nel 1070-1072 dalla dinastia berbera musulmana degli Almoravidi, Marrakech è tuttora un luogo dal notevole patrimonio materiale e immateriale. Per secoli è stata un centro di potere politico, economico e culturale, influenzando il mondo musulmano occidentale dal Nord Africa all’Andalusia, in Spagna.
Tra i suoi tesori culturali risalenti al periodo almoravide figurano la moschea Koutoubia, la Kasbah (un complesso fortificato che comprende siti come il palazzo reale) oltre a bastioni, porte monumentali e giardini. Tra i gioielli architettonici più tardi, il Palazzo Bandiqa, la Medersa Ben Youssef (una scuola costruita nel XIV secolo), le tombe saadiane, diverse grandi residenze e la piazza Jemaa el-Fna, cuore pulsante di Marrakech, dove molte persone hanno cercato rifugio quando venerdì 8 settembre il terremoto ha scosso la città.

Secondo Falt, l’iconico minareto della moschea Koutoubia presenta profonde crepe, mentre il minareto della moschea Kharbouch in piazza Jemaa el-Fna è quasi completamente distrutto e molti tratti delle mura storiche della città sono crollate. L’area più colpita è probabilmente l’ex quartiere ebraico, il Mellah, dove le case storiche sono state gravemente danneggiate.

In una dichiarazione rilasciata sabato, Audrey Azoulay, direttore generale dell'Unesco, ha espresso «solidarietà al Governo e al popolo marocchino» e ha sottolineato l'importanza di comprendere la piena portata del disastro.

Eric Falt ha dichiarato a «The Art Newspaper», nostra testata partner in lingua inglese, che stando a notizie attendibili anche la Moschea di Tinmel, situata sulle montagne dell’Alto Atlante nella provincia di Al Haouz, epicentro del terremoto, sarebbe stata quasi completamente distrutta. Già meta di pellegrinaggio, era stata parzialmente restaurata a metà del Novecento e di nuovo negli anni '90, e dal 1995 era stata inserita nella lista provvisoria dei siti del patrimonio mondiale dell'Unesco. Solo sette mesi fa, il Ministero marocchino degli Affari islamici ha avviato un progetto di restauro della durata di 18 mesi che prevedeva la costruzione di un nuovo museo vicino al sito.

Éric Falt ha aggiunto che l'Unesco auspica di inviare a breve una squadra per valutare i danni all'edificio, di cui ha sottolineato l’importanza: «È un luogo simbolico nella storia del Marocco, poiché all’inizio del XII secolo è stato il punto di partenza delle campagne militari degli Almohadi contro la dinastia degli Almoravidi». Nelle sue vicinanze sono stati sepolti anche i sovrani almohadi e qui, nel 1275, gli Almohadi hanno resistito all’Impero Merinide. La sua distruzione, ha osservato il rappresentante dell’Unesco, «costituisce una perdita inestimabile per il patrimonio nazionale del Marocco».

«La moschea è sopravvissuta per secoli. Quello che è successo è la volontà di Dio», ha dichiarato la curatrice del sito, Nadia El Bourakkadi, in un'intervista al canale marocchino Medias24.

Secondo la Reuters, una fonte del Ministero della Cultura marocchino ha dichiarato che «il Ministero ha deciso di restaurarlo e accantonerà un budget a questo scopo», senza fornire ulteriori dettagli.

Nel frattempo, Falt ha dichiarato a «The Art Newspaper» che anche lo Ksar di Ait Ben Haddou, città fortificata dell'Unesco sull’antica via carovaniera tra il Sahara e Marrakech, dove nel 1962 sono state girate le scene del film «Lawrence d'Arabia », è stato colpito dal terremoto. «È difficile avere un inventario preciso [dei danni], ci ha detto. Ma le foto mostrano edifici danneggiati e con crepe. Il granaio comunale che domina lo Ksar sarebbe stato seriamente danneggiato», ha aggiunto. La città è considerata un importante esempio di architettura marocchina in terracotta.

Man mano che il bilancio delle vittime aumenta, le informazioni sui siti danneggiati diventano più precise. Il fragile patrimonio marocchino, soprattutto nelle aree rurali meno accessibili, ha subito lo shock del terremoto contemporaneamente alla popolazione.
 

La moschea Kharbouch in piazza Jeema el-Fna, a Marrakech, danneggiata dal terremoto del 9 settembre 2023. Foto Unesco

Hadani Ditmars, 11 settembre 2023 | © Riproduzione riservata

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