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Herno, Lesa, «0121-1110=118081» di Lee Jaehyo

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Herno, Lesa, «0121-1110=118081» di Lee Jaehyo

Il segno dell’arte nelle imprese • HERNO

Secondo excursus tra le collezioni corporate italiane di arte moderna e contemporanea studiate e mappate nel nuovo libro e progetto voluto da Confindustria con il patrocinio del MiC

Nicola Zanella

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In questa estate torrida non si può che rendere omaggio a Herno, il brand che ha da sempre celebrato l’acqua (di cui sentiamo la mancanza!), il nome è infatti quello del fiume accanto all’azienda con l’aggiunta di una H. Herno è un’azienda per cui l’arte non è un’avventura estiva (per rimanere in tema), ma una componente essenziale della sua visione. Il rapporto con l’arte è iniziato, come spesso accade, dalla passione del suo fondatore, Claudio Marenzi che fin da giovanissimo si avvicina al mondo dell’arte contemporanea. Con i primi guadagni ha chiesto a Nicola Pankoff, un artista del Lago Maggiore, un’opera che ha appeso dietro la porta della sua camera, e ora è in quella del figlio Edoardo. La collezione composta da un centinaio di opere è presente nelle varie sedi di Herno, dall’headquarter di Lesa al nuovo showroom, Spazio Herno a Milano, creando così un dialogo costante con i dipendenti che possono lavorare in un ambiente creativo e stimolante. La maggior parte delle opere fanno parte della raccolta del fondatore, altre invece costituiscono una vera collezione aziendale, come l’istallazione commissionata a Pae White, e il murales creato da Nicholas Party. L’arte per Herno è anche un’opportunità per raccontare sé stessa: dal 2015 assegna un premio durante Miart alla galleria che propone il miglior display in fiera. Ma sono proprio le parole del presidente Claudio Marenzi che raccontano al meglio il rapporto simbiotico tra l’arte e il gruppo che ha fondato. «Considero l’azienda come la mia casa e per questo non posso far mancare al suo interno quello che fa parte della mia vita, chi mi conosce compreso i miei collaboratori sanno benissimo cosa l’arte rappresenti per me. Condivido la collezione con tutte le persone che lavorano in azienda, che non devono necessariamente apprezzare l’arte contemporanea, ma è argomento di conversazione, stimolo e curiosità, questo già mi basta. Comunque, l’arte rimane un modo primario di esprimere il valore del brand, soprattutto nel mondo della moda, così attiguo a quello dell’arte».

Nicola Zanella, 26 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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