«Capri» (1975) di Günther Förg

Cortesia di Hauser & Wirth e dell’Estate dell’artista

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«Capri» (1975) di Günther Förg

Cortesia di Hauser & Wirth e dell’Estate dell’artista

Il rosa Tiepolo di Günther Förg

Nella sede svizzera di Hauser & Wirth la prima grande retrospettiva esclusivamente dedicata a 35 anni di opere su carta dell’artista tedesco

Roberto Calasso ha scritto un libro molto bello e non noioso (come invece sono gran parte dei libri di arte) intitolato Il rosa Tiepolo dedicato alla figura dell’artista veneziano nel quale viene menzionata la particolare tonalità di rosa caratteristica dei suoi affreschi a soffitto. Il volume mi è venuto in mente quando mi sono trovato di fronte questo semplice ma squisito piccolo lavoro presente nella mostra «Günther Förg-lavori su carta: 1975-2009» in corso da Hauser & Wirth fino al 20 dicembre

Si tratta di una piccola opera del 1975, quando l’artista aveva appena 23 anni, intitolata «Capri» dove nella semplicità delle pennellate e nella totale prevalenza del colore in quanto tale, nonostante alcuni segni a penna, si trova già l’essenza di quello che sarà il tema di più di 35 anni di pittura: i colori nella loro essenzialità, sia presi singolarmente sia accostati l’uno all’altro. Lo studio delle tonalità lo si vede anche in un’altra piccola opera sempre del 1975 e dipinta anch’essa su due pagine di un quaderno a righe intitolata «Verde Paolo Veronese». Ma la mostra non si limita a queste chicche di un Förg giovanissimo. Si tratta infatti della prima grande retrospettiva esclusivamente dedicata a 35 anni di opere su carta dell’artista tedesco deceduto nel 2013 a 61 anni, e copre tutti i cicli che l’artista ha realizzato negli anni.

Dopo il suo primo periodo giovanile dedicato a esperimenti con il colore e dopo essersi dedicato alla fotografia fino al metà degli anni Ottanta, Günther Förg inizia una serie di opere di più grandi dimensioni caratterizzate da due campiture di colore, una più ampia dell’altra, accostate in verticale o in orizzontale che lo rendono noto e apprezzato internazionalmente. Questi lavori, che hanno caratterizzato gli anni Novanta, non hanno nulla della spiritualità di Mark Rothko, né della precisione scientifica di Josef Albers. Sono ben visibili le pennellate e l’opera è quindi una riflessione sul colore e sull’atto fisico del dipingere

Förg quindi, anche se usa sempre il colore in tonalità forti e decise, è più vicino a Robert Ryman anche se quest’ultimo ha limitato la sua pittura al colore bianco. La mostra prosegue con alcuni esempi di «Grid Painting» iniziati a metà degli anni Novanta e di paesaggi, fino ad arrivare agli «Spot Painting», ben diversi dagli omonimi di Damien Hirst, nati dall’osservazione delle macchie lasciate sui muri dello studio da Francis Bacon nell’atto di pulire i pennelli. Una mostra da non perdere per finire bene l’anno e riconciliarsi con la buona pittura.

Giorgio Guglielmino, 16 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Il rosa Tiepolo di Günther Förg | Giorgio Guglielmino

Il rosa Tiepolo di Günther Förg | Giorgio Guglielmino