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Jeremy Deller e la copertina del suo ultimo libro «Art Is Magic». Cortesia di Jeremy Deller

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Jeremy Deller e la copertina del suo ultimo libro «Art Is Magic». Cortesia di Jeremy Deller

«Il Miglior Libro di Jeremy Deller», parola dell’autore

L’artista britannico racconta della demistificazione del suo lavoro e del motivo per cui ha dovuto «interferire» all’ultimo minuto con il suo nuovo libro

Louisa Buck

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Come la multiforme opera di Jeremy Deller, il libro Art is Magic sfida le facili definizioni. Si autoproclama «The Best Book by Jeremy Deller» ed è sottotitolato A Children’s Book for Adult. Scritto prevalentemente da Deller, contiene anche conversazioni con un’eclettica gamma di autori, dal provocatore di moda Jonny Banger alla storica Mary Beard, e offre una visione illuminante dei processi creativi di uno degli artisti più originali e affascinanti del Regno Unito.

Qual era il suo obiettivo con questo libro?
Art is Magic non intende raccogliere tutto ciò che ho fatto ed è una visione piuttosto soggettiva delle cose. In un certo senso vuole essere sia un’introduzione sia una panoramica, ma molto personale, perché ho scritto tutto io (a parte le interviste, ovviamente). È una sorta di spiegazione che riguarda anche le motivazioni: perché e come ho voluto fare le cose. Quindi, forse, è anche un po’ un’anticipazione del processo.

Di solito gli artisti non si impegnano così tanto per spiegare il loro lavoro.
Ho pensato che sarebbe stato bello dare un’occhiata ai processi di pensiero che stanno dietro a ciò che cerco di realizzare, ma anche mostrare le cose che mi sono piaciute e le persone con cui ho lavorato, come Alan [Kane] e Jon [Banger], oltre a onorare persone come Ed Hall, il miglior creatore di banner del Regno Unito. Volevo quindi includere persone che mi hanno ispirato. Immagino che a molti artisti piaccia l’alone di mistero che si crea intorno al lavoro: a me no. Semmai cerco di demistificare. Ma molti dei miei lavori sono piuttosto semplici; è abbastanza ovvio cosa sta succedendo.

Lei ha sempre sfidato ciò che l’arte è e ciò che l’arte può essere.
Penso che si tratti di forzare i limiti di ciò che è accettabile chiamare arte, se ce ne sono. Ciò che esiste ai margini è sempre interessante per me. Quindi, cose come [rievocare la battaglia di] Orgreave o portare in giro per l’America l’auto distrutta da una bomba in Iraq stanno spingendo i confini di ciò che può essere considerato un lavoro artistico, un progetto o una performance. Esistono dei limiti? Qual è il punto più esterno? E come possiamo arrivarci?

Art is Magic riflette anche questo spirito di rottura dei formati classici.
Mi piacciono questi piccoli particolari, come chiamare un capitolo «La regina Vittoria con la faccia spaccata». Molto tardi, nelle ultime due o tre settimane, ho praticamente ribaltato il libro. Era piuttosto tradizionale e ho dovuto intervenire, inserendo assurdi titoli ai capitoli, cambiando i caratteri tipografici e aggiungendo didascalie più irriverenti per sostituire quelle che erano troppo asciutte. Nel testo principale cerco di essere abbastanza diretto, mentre le didascalie sono scritte con un tono più irriverente, un po’ da addetti ai lavori, quasi per minimizzare ciò che si sta guardando. Se avessi avuto un altro mese a disposizione, avrei interferito ancora di più, ma probabilmente è stato un bene fermarmi qui.
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Art is Magic,
di
Jeremy Deller, 240 pp., Cheerio, Londra 2023, £30

Louisa Buck, 07 giugno 2023 | © Riproduzione riservata

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