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Michela Moro
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Il Fuorisalone ricopre Milano come un’immensa glassa da torta sulla città. Le dimensioni sono ormai monstre e i distretti nascono come funghi. Impossibile fornire un panorama sistematico per i visitatori, l’unica certezza è che ci sarà sempre qualcosa di mancante e di non visto.
Regina di tutti i Fuorisalone rimane la rivista «Interni», che per prima, nel 1998, ha sistematizzato e raccolto sotto il cappello del «Fuorisalone» la serie di eventi che facevano da corollario al Salone del Mobile alla Fiera di Rho. Anche Interni Fuorisalone si è ampliato, e per l’edizione 2025 presenta una grande mostra-evento «Cre-Action», una kermesse di oltre 40 installazioni che animeranno gli spazi dell’Università Statale, dell’Orto Botanico, del Portrait Milano con l’Audi House of Progress, Unipol Urban Up ed Eataly Milano Smeraldo, e affronta il tema della Creatività e dell’Azione che produce nell’ambito del progetto. Interni continua a riflettere su architettura, design e arte, come discipline che interagiscono tra loro e con gli aspetti più scientifici dell’ecologia, dell’economia e della filosofia per definire la complessità del progetto in una proiezione sul «futuro possibile». La vastità del progetto di quest’anno è misurata dalla presenza di Amazon che, nel Cortile della Farmacia dell’Università degli Studi, presenta «The Amazing Plaza», un’installazione dello studio internazionale Mad che, reinterpretando la piazza italiana, cuore pulsante della vita sociale e commerciale, include una curata selezione di prodotti di arredo e di design per la casa disponibili su Amazon.it. «Milano diventa un grande hub culturale e produttivo dove si possono concretizzare progetti non realizzabili in altri luoghi. Il tema che affrontiamo quest’anno è di grande attualità, unisce infatti la forza della “creazione” con l’energia proattiva dell’azione e soprattutto guarda al futuro e alla speranza di realizzare un mondo migliore. Tra le novità, nello Strettone della Pinacoteca di Brera e all’Orto Botanico avremo due installazioni di grande impatto con due protagonisti della scena internazionale del progetto, della comunicazione e delle performances: Philippe Starck e Marco Balich», dice Gilda Bojardi, direttore di «Interni».
Per il resto, volendo elencare le zone dei distretti si mappa l’intera città: Brera Design District, Zona Tortona, 5Vie, Isola Design Festival, Durini Design District, Porta Venezia Design District, Zona Sarpi. Ogni distretto è un conglomerato di negozi, showroom, spazi espositivi e appartamenti che presentano nuovi prodotti. La sensazione a ogni visita è quella di entrare in un grande magazzino ed essere obbligati a vedere tutto, perché anche quando non sono «distretti» si tratta di interi palazzi messi a disposizione del design. Qualche esempio «nazionale»: Masterly-The Dutch in Milano 2025 è una grande collettiva di design, alto artigianato, moda e arte olandesi, giunta alla nona edizione, a Palazzo Giureconsulti, piazza Mercanti 2. Dal Nord al Sud: il Brasile porterà nella metropoli italiana circa 25 designer e artisti che esplorano la biodiversità del Brasile e il suo profondo legame spirituale con la natura.
«Tra Terra e il Cielo-Le voci del design brasiliano» è la mostra che si terrà presso il Bianca Maria Palace Hotel, viale Bianca Maria 4. Poi c’è Base Milano, via Bergognone 34; il classico «Superdesign Show» al Superstudio Più, via Tortona 27; «MoscaPartners Variations 2025-Migrations», la mostra che ritorna a Palazzo Litta, corso Magenta 24; Alcova, un itinerario a Varedo, dove abiterà quattro architetture: Villa Borsani, Villa Bagatti Valsecchi e due nuovi spazi: l’ex Fabbrica Snia e le Serre di Pasino. Adi Design Museum presenta «Best of Both Worlds: “ITALY. Arte e Design in Italia 1915-2025”. Le contaminazioni tra arte e industria, dalle radici culturali all’evoluzione progettuale». In piazza Compasso d’Oro 1, «Lakapoliesis» è un progetto che ridefinisce il rapporto tra animali e piante, capovolgendone la visione antropocentrica: Matteo Cibic realizza cartografie cromatiche tridimensionali e composizioni vegetali di grande formato, volte a descrivere emozioni e sentimenti delle piante; protagoniste dell’esposizione sono sculture in legno, alluminio riciclato, polvere di marmo e lana annodata (al Museo Etrusco, ovvero Fondazione Luigi Rovati, corso Venezia 52).
Il bello del Salone/Fuorisalone è che essendo così profondamente legato alla produttività delle aziende, per una volta le marche, i brand non sono fuorilegge nell’essere menzionati, anzi: Google presenta l’installazione «Making the Invisible Visible», narrazione multisensoriale che suggerisce un futuro in cui la forma non dipende più dalla massa fisica, ma dall’energia e dalla percezione, presso Garage 21, via Archimede 26; Ikea invece presenta un progetto suddiviso in due parti: una nuova collezione e «Do something. Change everything», ovvero come qualità e sostenibilità siano fari di cambiamento che possono vivere oltre il momento e avere un impatto duraturo, in via Vigevano 18.

Un render dell’installazione site specific «The Amazing Plaza» progettata dallo studio Mad per Amazon, che sarà allestita nel Cortile della Farmacia dell’Università degli Studi durante la Design Week