Image

L’intervento di Steve Wozniak all’Art+Tech Summit di New York nel luglio scorso

Foto: María Sancho-Arroyo

Image

L’intervento di Steve Wozniak all’Art+Tech Summit di New York nel luglio scorso

Foto: María Sancho-Arroyo

I summit di Christie’s sui rapporti tra nuove tecnologie e arte

Si è tenuto quest’estate a New York un incontro sull’Art+Tech, la cui nona edizione è prevista a Hong Kong il 29 ottobre

Image

Maria Sancho-Arroyo

Leggi i suoi articoli

Nel luglio scorso Christie’s ha organizzato il suo ottavo Art + Tech Summit (17-18 luglio) a New York, mettendo in luce l’intersezione tra il progresso tecnologico e l’arte.

Un momento di rilievo dell’incontro newyorkese è stato l’intervento dell’informatico statunitense Steve Wozniak, cofondatore di Apple, che ha lanciato un monito verso le aziende tecnologiche, accusandole di aver abbandonato lo sviluppo di soluzioni pratiche, concentrandosi invece su aggiornamenti e modelli di abbonamento. Wozniak ha inoltre criticato l’intelligenza artificiale (IA), ritenendola sopravvalutata e con un potenziale reale ancora vago. La sua posizione è stata chiara: Wozniak crede solo nella «A» dell’IA.

Nonostante le critiche, l’intelligenza artificiale è ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, e il mondo dell’arte non è da meno. Sempre più artisti, sia affermati che emergenti, stanno esplorando le sue potenzialità, integrandola nei loro processi creativi. Alcuni la impiegano come strumento sperimentale, mentre altri arrivano a produrre opere interamente generate da algoritmi. Parallelamente, l’arte digitale sta aprendo nuove strade, con l’IA al centro dell’innovazione. Molti artisti, tuttavia, evitano volutamente termini come Nft, troppo legati alla speculazione di mercato. Invece, la tecnologia blockchain, che sostiene queste novità, offre soluzioni concrete per certificare l’unicità e la provenienza delle opere digitali.

Nel panorama dell’arte digitale odierna, convergono varie tecnologie, ecco solo alcune di esse: Arte generata dall’IA, in cui reti neurali sono impiegate per produrre l’opera finale; Arte generativa basata su algoritmi definiti dall’artista, dove il risultato finale è deciso dal codice stesso; Data art che fonde arte generativa, intelligenza artificiale e visualizzazione dei dati;  Collage digitale, ispirato al fotomontaggio dadaista, assemblando digitalmente materiali diversi attraverso software; Pittura digitale, che imita la pittura tradizionale, sostituendo pennelli e colori fisici con strumenti digitali.

Un esempio significativo di questa rivoluzione in atto è Botto, artista decentralizzato e non umano creato da Mario Klingemann nel 2021. Utilizzando reti neurali, Botto genera autonomamente opere d’arte, aprendo una nuova e audace frontiera per l’intelligenza artificiale nel panorama artistico contemporaneo.

Maria Sancho-Arroyo, 28 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

È approdata alla National Gallery of Art di Washington la mostra sulla nascita dell’Impressionismo presentata in primavera al Musée d’Orsay. Ci accompagna nella visita Maria Sancho-Arroyo

A Voice of America • Da Washington il nostro agente speciale della Cia (Central Intelligence of Arts), Maria Sancho-Arroyo

A Voice of America | Nel 1995 Eduardo Costantini non riuscì ad aggiudicarsi l’opera dell’artista latino americana. E alla fine ce l’ha fatta

A Voice of America | Il ricordo di un episodio curioso: che andasse smarrita una scultura di acciaio del peso di 38 tonnellate fu un evento decisamente fuori dall’ordinario

I summit di Christie’s sui rapporti tra nuove tecnologie e arte | Maria Sancho-Arroyo

I summit di Christie’s sui rapporti tra nuove tecnologie e arte | Maria Sancho-Arroyo