«Da vicino le mie stelle non sono poi così romantiche», di Davide Mancini Zanchi. © AplusB Gallery e «Una tranquilla Apocalisse Yellow» di Erik Saglia. © Thomas Brambilla Gallery. Foto: Claudiu Asmarandei

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«Da vicino le mie stelle non sono poi così romantiche», di Davide Mancini Zanchi. © AplusB Gallery e «Una tranquilla Apocalisse Yellow» di Erik Saglia. © Thomas Brambilla Gallery. Foto: Claudiu Asmarandei

I desideri di Société Interludio

La mostra della galleria torinese è un invito a rivolgere gli occhi al cielo e a esplorare l’impossibile

Da Société Interludio, è allestita «Desiderio-Preludio», mostra collettiva che coinvolge Ivan GriloAgathe RosaMarco Schiavone, Davide Mancini ZanchiErik Saglia in dialogo con Giulio Paolini e Claudio Parmiggiani (le opere di questi ultimi sono prestiti delle gallerie AplusB Gallery, Thomas Brambilla Gallery e Galleria InArco).

La mostra, a cura di Allegra Fantini e Stefania Margiacchi, con un testo critico di Giulia de Giorgi, rappresenta la prima tappa di un percorso in divenire, che sarà visitabile fino a domenica 5 novembre e proseguirà con un nuovo capitolo nella sede di Cambiano.

Il progetto ruota attorno al concetto di desiderio, a partire dal significato racchiuso nell’etimologia «de-sidera» ovvero mancanza di stelle che ravvisa nella perdita di riferimenti stabili la condizione essenziale per spingersi in territori inesplorati. Société Interludio lo fa lanciandosi in un percorso aperto e corale, nato da un sogno che ha inizio diversi anni fa.

L’attrazione per le stelle si perde infatti nella memoria della gallerista Stefania Margiacchi, dalla sua prima mostra a Spazio SienaPiani sulla Cometa») e ancora addietro, per risalire al retaggio culturale della sua regione, la pittura toscana del Trecento, i cieli stellati di Giotto, i versi della Commedia.

Tra i suoi ricordi affiora la mostra visitata al suo arrivo a Torino nel 2017. Era quella di Andrew Dadson alla Galleria Franco Noero. Il calore, l’odore acre generato dalla lenta combustione della vernice sulla lampada al neon e quel cretto scuro dal quale si schiudevano vitali bagliori di luce, la colpirono con la forza di una folgorazione. È così che nel 2020 prende avvio il progetto «Paralleli» che in origine era una mostra sulle stelle, ma che il destino trasforma in una rubrica online sul magazine AtpDiary.

Ed ecco che questo settembre, finalmente, per un’inspiegabile fatalità, il sogno è uscito dal cassetto e ha trovato casa negli spazi della galleria. Concepito come un romanzo suddiviso in capitoli, «Desiderio» è un progetto che rispecchia la visione curatoriale dello spazio torinese e che si traduce in un lavorare per reti e costellazioni, anziché per singoli punti e unità.

«Dobbiamo tornare ad essere esploratori, anziché guardiani» afferma Margiacchi che è fermamente convinta di dover scommettere sul futuro, nel segno di ricerca e sperimentazioni continue, ma anche sul passato, recuperando la lezione dei grandi galleristi italiani, per tornare a «fare cultura», al di là delle tentazioni del mercato.

La collettiva pertanto rappresenta la prima importante tappa che introduce il visitatore ai misteri del firmamento. Otto opere sfidano lo spazio, aprendo affascinanti squarci tra passato e presente. Il percorso ci dirige continuamente fuori rotta, tramite gli astrolabi disfunzionali di Grilo e i satelliti devianti di Saglia, fino a ricondurci all’origine del viaggio, a quella figura dell’esploratore evocata nelle opere di Paolini e Parmiggiani.

Due lavori ritornano per la seconda volta «sotto il cielo» di Stefania Margiacchi: la volta puntellata di stelle, miste di carta e saliva, di Mancini Zanchi e le costellazioni astratte di Agathe Rosa, le stesse che aprivano quella prima mostra a Spazio Siena sei anni fa.

Dal 29 ottobre, e durante la settimana di Artissima, la sede di Cambiano ospiterà il primo capitolo di «Desiderio», una mostra che riunirà i lavori di artisti giovani e mid-career accanto agli storici Gilberto Zorio, Giulio Paolini e Claudio Parmiggiani, frutto di prestiti e collaborazioni con le Galleria de’ Foscherari, InArco e Osart Gallery. Tra le opere, anche quel famoso pezzo di Andrew Dadson di Franco Noero da cui tutto ebbe inizio.
 

«Una tranquilla Apocalisse Yellow» (2023), di Erik Saglia. © Thomas Brambilla Gallery. Foto: Claudiu Asmarandei

Barbara Ruperti, 06 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

I desideri di Société Interludio | Barbara Ruperti

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