La mostra «Chillida en Menorca» nella sede di Hauser & Wirth sita nella perla delle Baleari celebra il centenario della nascita dello scultore basco (sino al 27 ottobre) attraverso una sessantina di opere che attraversano mezzo secolo, dal 1949 al 2000. Mar Rescalvo, direttrice di Hauser & Wirth Menorca ha rivelato a «Il Giornale dell’Arte» che in un anno così importante, e in cui si moltiplicano gli eventi che ricordano lo scultore, «la mostra in galleria commemora la speciale connessione dell’artista con l’isola dove trascorse tutte le estati dal 1989 alla sua morte nel 2002. Nella casa familiare di Quatre Vents, insieme alla moglie Pilar Belzunce, Chillida montò uno studio all’aria aperta, dove trovò la tranquillità necessaria per creare le celebri sculture in terra chamota, un tipo di argilla che si può cuocere in grandi blocchi senza mai creparsi». L’iniziativa espositiva dà inizio alla stagione espositiva (e turistica) dell’isoletta, meta ricercata tra le destinazioni di élite.
«Abbiamo voluto evocare l’ispirazione che Chillida trovò nelle Baleari, nella luce bianca del Mediterraneo e nella cultura della pietra. Allo stesso tempo la mostra esplora altri aspetti della sua creatività in cui si confrontò con una grande varietà di materiali come carta, gesso, acciaio, legno, granito, terra, feltro e alabastro» continua Rescalvo che ha selezionato le opere esposte. A Minorca, nello studio che si affaccia sui campi recintati da muri di pietra e sull’infinità del mare, l’artista ideò molte delle sue caratteristiche «gravitazioni», delicate opere bidimensionali in bianco e nero, che esplorano le qualità e i limiti dello spazio, sovrapponendo strati di carta uniti da fili e sospesi per consentire la circolazione dell’aria.
Altre sculture si ispirano ai monumenti del periodo talaiotico, tra cui i recinti «a forma di T» che sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità l’anno scorso. «Si tratta di opere che mostrano la sua costante reinterpretazione della dialettica tra materia e vuoto, positivo e negativo, esterno e interno. Alcune sono prestiti di collezionisti privati o della famiglia, ma la maggioranza sono in vendita» sottolinea ancora la direttrice.
Hauser & Wirth dedicò a Chillida una mostra nella sua sede di Somerset alla fine del 2021, ma quest’anno si è unito con la galleria di Minorca alle commemorazioni delle numerose istituzioni spagnole e internazionali e naturalmente del Chillida Leku, il museo che l’artista creò a Hernani, nei Paesi Baschi. L’allestimento del percorso è stato progettato dall’architetto Luis Laplace, responsabile del restauro della sede minorchina e della costruzione di Chillida Leku, con particolare attenzione ai materiali locali, per sottolineare il legame dell’artista con il paesaggio e l’architettura circostanti.
«Ci sono diverse opere particolarmente significative, come la selezione di “Lurras”, realizzate a Minorca, con la caratteristica argilla chamota. Accompagnano queste sculture, una serie di delicati disegni, un vero e proprio omaggio a quello che Chillida considerava il suo strumento più immediato: la mano, elemento vivo che gli permetteva di mettere in evidenza il carattere irregolare e organico delle sue opere e allo stesso tempo di indagare lo spazio, attraverso il movimento delle dita», puntualizza Rescalvo. Si tratta di «Omaggio al mare IV» e «Omaggio all’architettura», che fanno parte di una serie che Chillida dedicò ai suoi maestri: «Queste opere, che sono state collocate vicino al mare, al termine della mostra, costituiscono un vero e proprio omaggio alle forme, siano esse organiche o architettoniche, e alla loro presenza nello spazio»