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I Giganti di Mont’e Prama nel Museo di Cabras. © Foto Nicola Castangia

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I Giganti di Mont’e Prama nel Museo di Cabras. © Foto Nicola Castangia

I «Giganti» di Mont’e Prama compiono 50 anni

Era il marzo 1974 quando dagli scavi della necropoli sarda affiorarono 16 pugilatori, 6 arcieri e 6 guerrieri: 44 sculture in frammenti. Stanziati ora 24 milioni di euro per nuovi cantieri e ricerche nella penisola del Sinis

Fino a pochi anni fa la penisola del Sinis era il luogo più selvaggio e solitario della Sardegna, l’opposto del turismo mondano della Costa Smeralda. È iniziata però una nuova fase in questo luogo appartato nella costa occidentale dell’isola, vicino alla cittadina di Cabras, al suo lago e a Mont’e Prama, patria degli ormai famosi, antichi «Giganti» di pietra che tanti turisti hanno cominciato a visitare.

Nel 2023 in 156mila hanno pagato il biglietto per entrare nel piccolo Museo di Cabras, dove sono esposti per ora solo parte di quei giganti, un successo straordinario dovuto alla fama e alla bellezza di quelle statue di epoca nuragica e alla trasformazione che tutto il Sinis sta vivendo. A cinquant’anni dalla loro scoperta, insieme alle celebrazioni, è iniziato infatti un vasto programma di ricerca archeologica finanziato con 24 milioni di euro dalla Regione Sardegna e realizzato dalla Soprintendenza di Sassari e Nuoro e dall’attivissima Fondazione Mont’e Prama presieduta da Anthony Muroni.

Nel Sinis si festeggia così l’anniversario della scoperta dei «Giganti», scolpiti dal IX al V secolo a.C., avvenuta per caso nel marzo 1974 da due agricoltori che stavano arando un campo e trovarono una straordinaria necropoli ancora intatta. Dopo le prime campagne di scavo, i restauratori del Centro restauro e conservazione Li Punti, a Sassari, si sono trovati di fronte a un ammasso confuso di frammenti di statue scolpite circa 3mila anni fa nella friabile pietra calcarea del posto con primitivi arnesi: scalpelli di bronzo, raschietti per levigare, punte per incidere, trapani. Più di 5mila pezzi di pietra e un grande mosaico da ricomporre. Risultato: ricreate parzialmente 44 sculture. Di queste, 28 sono personaggi maschili: 16 pugilatori, 6 arcieri, 6 guerrieri. Ricostruiti anche i modellini di 16 nuraghi, le case-fortezza della Sardegna antica.

In queste settimane, grazie allo stanziamento regionale, a Mont’e Prama la nuova campagna di scavi è già iniziata e durerà un anno: si cercheranno ancora reperti preziosi nelle tombe della necropoli, ma si scaverà anche a ovest, dove si vedono i resti dei nuraghi, a sud e sui terreni della Curia in attesa di esproprio. I lavori continueranno per l’intero triennio 2024-26.

Ci saranno cantieri anche a Tharros, si scaverà nel nuraghe Cannevadosu e nel sito preistorico di Conca Illonis, piccola penisola del Lago di Cabras dove sono state trovate figure femminili di una dea madre. Per la prima volta verrà fatta anche un’esplorazione subacquea della vicina laguna. Lo scopo: una vera rivoluzione per la penisola del Sinis, non più selvaggia e sconosciuta. Si troverà al centro di un «Parco archeologico naturale e diffuso» e il turista potrà visitare il museo di Cabras ristrutturato, ampliato e riallestito che esporrà tutte le statue dei Giganti.

I Giganti di Mont’e Prama nel Museo di Cabras. © Foto Nicola Castangia

Edek Osser, 18 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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