Hippolyte Bayard è stato un vero pioniere della fotografia il cui lavoro è stato dimenticato e oscurato da altri nomi del suo tempo. Erano gli anni ’40 dell’800 e il mondo stava scoprendo questo rivoluzionario mezzo. Con tale premessa il Getty Center di Los Angeles presenta dal 9 aprile al 7 luglio la mostra «A Persistent Pioneer: Hippolyte Bayard».
Vissuto a Parigi dal 1801 al 1887, Bayard, di giorno funzionario al Ministero delle Finanze, aveva una seconda vita come inventore, creativo, innovatore. Nel tempo libero infatti si dedicava a sperimentare metodi per fissare immagini su carta attraverso l’uso della luce e di agenti chimici. Quando nel 1839 Daguerre lo anticipò dichiarando l’invenzione della fotografia, per anni Bayard continuò le sue ricerche inviando lettere all’Accademia delle Scienze con dettagliate descrizioni di processi di sua invenzione. Già nel luglio del 1839, Bayard organizzava quella che è riconosciuta come la prima mostra pubblica di fotografia. Partecipò con regolarità alle Esposizioni Universali, negli anni ’50 fu tra i fondatori della Société héliographique e della Société française de photographie; nel 1851 fu incaricato di documentare l’architettura storica francese per la Commissione dei Monumenti. Per tutta la vita si tenne al passo con gli sviluppi della fotografia. Eppure il suo è un contributo rimasto nell’ombra.
Il Getty fa finalmente luce sul grande lavoro di sperimentazione di Hippolyte Bayard attraverso una selezione di immagini realizzate a partire dal 1839 e mai esposte prima. Poiché queste fotografie sono estremamente sensibili alla luce, i conservatori del museo hanno condotto test di microdissolvenza per determinare quali fossero sufficientemente stabili da poter essere esposte. La mostra documenta le esplorazioni del fotografo nella scelta dei soggetti, nella composizione, nei processi tecnici, evidenziando anche le scelte con cui presentava il suo lavoro.
Cuore della mosta è il prezioso album di Bayard, uno dei primi album fotografici mai realizzati, oggi parte della collezione del Getty, di cui il museo ha realizzato copie digitali per esporlo nella sua interezza. La raccolta di immagini arriva fino alla fine degli anni ’40 e contiene scatti di monumenti e scorci di Parigi, autoritratti e ritratti di gente comune e sperimentazioni con il processo di cianotipia su carta con cui Bayard riproduceva composizioni di piante, tessuti, piume e altri oggetti, oltre a 23 lavori di suoi colleghi britannici, a documentare gli scambi con i fotografi d’oltremanica che negli stessi anni sperimentavano con luce e carta.