Giorgio Guglielmino
Leggi i suoi articoliQuando verso metà giugno Art Basel, tuttora la più prestigiosa fiera per l’arte contemporanea, ha luogo (quest’anno dal 13 al 16) l’intera città svizzera si anima. Ristoranti strapieni, eventi e cene di gala al Kunstmuseum, collezionisti che affollano la Fondation Beyeler e il suo delizioso ristorantino con i tavoli all’aperto davanti a una grande scultura di Calder. Ma che cosa accade a Basilea il lunedì successivo? Basilea esiste ancora dopo che è passato l’uragano Art Basel? Le poche gallerie di qualità che hanno una sede in città (Stampa, von Bartha e l’immancabile Gagosian) non sono sufficienti a generare un interesse continuo durante l’intero anno. Anche la Fondation Beyeler da sola non ha la forza di risvegliare l’intera città, nonostante le attività espositive distribuite sui 12 mesi. Inutile sottolineare che l’artista esposto durante la fiera riscuote forti benefici in termini di pubblico e di collezionisti. Ma due fatti potrebbero ora cambiare la sonnolenta situazione.
Il primo giugno Hauser & Wirth apre una propria sede permanente a Basilea sotto la direzione di Carlo Knöll con una mostra dedicata al pittore danese Vilhelm Hammershøi (1864-1916). Al di là del programma espositivo, sarà interessante verificare lo spirito della nuova realtà di Basilea dal momento che la megagalleria utilizza spesso i propri spazi come volano per attività espositive e sociali di ben più ampio respiro. La sede di St. Moritz per esempio ha organizzato quest’anno una mostra su Gerhard Richter coinvolgendo il Museo Segantini e la casa natale di Friedrich Nietzsche. La sede di Minorca si anima ogni anno subito dopo la fiera di Basilea per un evento social-mondano di due giorni per collezionisti, curatori, artisti nonché un vario mondo in cerca di celebrità. Il grande spazio ubicato nella campagna inglese, nel Somerset, ospita mostre, eventi, residenze di artisti e scrittori, un ristorante e un negozio di prodotti alimentari di alta qualità coltivati sia nei terreni di proprietà Hauser & Wirth sia da fattorie selezionate della contea. Gli spazi della galleria vanno spesso al di là del classico «white cube» e questo dovrebbe accadere anche a Basilea.
L’altro fattore interessante di sviluppo della città è rappresentato dalla sigla Bsc che sta per Basilea Social Club. Si tratta di un’iniziativa di galleristi, artisti e curatori che utilizzeranno per ora temporaneamente più di 12mila metri quadrati di un’ex fabbrica della Nestlé per una serie di attività artistiche. Successivamente, man mano che il progetto di ristrutturazione dell’intero edificio andrà avanti, parte dello spazio a disposizione sarà trasformato in un luogo culturale permanente incentrato sulla danza contemporanea e sulle arti dello spettacolo. A dicembre 2023 il 75% dell’edificio è stato acquistato da KULTQuartier Immobilien, società fondata da tre fratelli svizzeri Corinne, Dominik e Gabriel Eckenstein. La strategia è ben sintetizzata dalle parole di Corinne Eckenstein: «A Basilea mancano luoghi culturali all’avanguardia per forme d’arte meno tradizionali, soprattutto quelle che possono attrarre i giovani». L’ambizioso progetto usufruirà di finanziamenti pubblici e privati e sono previsti tempi di completamento dai 7 ai 9 anni.
Basilea quindi vuole posizionarsi come città culturale oltre i ristretti tempi di Art Basel e al di là dei mega accordi tra collezionisti e galleristi che si consumano a giugno tra i tavoli dello storico Hotel Les Trois Rois che affaccia sul Reno, dove nei giorni della fiera alloggiano coloro sicuramente in grado di smuovere la cultura.
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