«Bar Jamaica, Milano» (1953-54) di Ugo Mulas

Foto: Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas. Cortesia Archivio Ugo Mulas, Milano-Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

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«Bar Jamaica, Milano» (1953-54) di Ugo Mulas

Foto: Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas. Cortesia Archivio Ugo Mulas, Milano-Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Gli scatti di Ugo Mulas per una caccia al tesoro a Milano

Oltre 250 immagini compongono un itinerario meneghino che si dipana nei luoghi da lui più amati, la Pinacoteca di Brera, il Poldi Pezzoli, il Museo del Novecento, la Fondazione Marconi e Deloitte Gallery

Nel capoluogo meneghino, Ugo Mulas era arrivato a vent’anni, da Pozzolengo nel Bresciano, dov’era nato, per frequentare Giurisprudenza. Era il 1948. Ma la folgorazione per la città si manifestò in lui tra il 1951 e il 1952 quando, continuando a studiare (ma senza poi laurearsi), divenne assiduo del bar Jamaica in via Brera, allora luogo d’incontro degli ingegni più vivaci della città: artisti (moltissimi: per tutti, Piero Manzoni), scrittori come Luciano Bianciardi, poeti come Eugenio Montale, famosi giornalisti del vicino «Corriere della Sera» come Dino Buzzati e lo stesso Montale. Proprio il bar Jamaica, con il suo quartiere, diventerà l’oggetto dei suoi primi scatti fotografici, quelli con cui inizierà il percorso che, a dispetto della morte prematura, a 45 anni soltanto, nel 1973, lo porterà a diventare uno dei grandi protagonisti del mondo della fotografia.

Maestro nel realizzare ritratti di artisti, architetti e designer, scrittori e intellettuali (per citarne alcuni soltanto, oltre a Buzzati e Montale, Salvatore Quasimodo e Arthur Miller e poi Gio Ponti, Gae Aulenti, Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Vittorio Gregotti; Giorgio Strehler; Giorgio De Chirico, Marcel Duchamp, Jasper Johns, Roy Lichtenstein, Louise Nevelson, Andy Warhol e su tutti il grande amico Fausto Melotti...) ma non meno a suo agio con la fotografia di moda, teatro, spettacolo, come con le immagini urbane e con il nudo, Ugo Mulas è stato un fotografo «totale», guidato dalla consapevolezza che la fotografia non sia una semplice documentazione bensì un’interpretazione critica della realtà: un linguaggio sorretto da un sistema di pensiero attraverso il quale condurre, come sosteneva, «un’autentica operazione conoscitiva». Non gli interessava infatti cogliere l’attimo eccezionale, straordinario, ma preferiva dare vita a un’«operazione fotografica». 

Di qui il titolo «Ugo Mulas. L’operazione fotografica» (come già quello della mostra, diversa, presentata nelle Stanze della Fotografia a Venezia nel 2023) scelto da Denis Curti, direttore di Le Stanze della Fotografia a Venezia, e da Alberto Salvadori, direttore dell’Archivio Ugo Mulas, curatori della grande retrospettiva presentata dal 10 ottobre al 2 febbraio 2025 da Palazzo Reale con Marsilio Arte, in collaborazione con l’Archivio Ugo Mulas e con il sostegno di Fondazione Deloitte e Deloitte Italia. La compongono oltre 250 immagini, molte mai esposte prima, con scatti vintage, documenti e filmati che ripercorrono per intero la sua produzione, in un itinerario che da Palazzo Reale si dipana nei luoghi di Milano da lui più amati, tra la Pinacoteca di Brera e il Poldi Pezzoli (qui nel 1963 fotografò Joan Miró accanto alla «Dama» del Pollaiolo), il Museo del Novecento, la Fondazione Marconi e Deloitte Gallery, che espongono una scelta di suoi scatti. Perché se da un lato la mostra rende omaggio alla serie concettuale delle «Verifiche» (1968-1972), riflessione in 14 immagini (qui con i loro studi) sulla storia della fotografia, dall’altro è una dichiarazione d’amore per Milano, con cui Mulas sviluppò un’osmosi profonda tanto da volerle dedicare un suo «archivio fotografico».

«Lucio Fontana, l’Attesa, Milano» (1964) di Ugo Mulas. Foto: Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas. Cortesia Archivio Ugo Mulas, Milano-Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

«Eugenio Montale» (1970) di Ugo Mulas. Foto: Ugo Mulas. © Eredi Ugo Mulas. Cortesia Archivio Ugo Mulas, Milano-Galleria Lia Rumma, Milano/Napoli

Ada Masoero, 08 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Gli scatti di Ugo Mulas per una caccia al tesoro a Milano | Ada Masoero

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