Francesco Bandarin
Leggi i suoi articoliNel gennaio 2023, il Comitato del Patrimonio Mondiale ha iscritto nella Lista dei siti protetti dall’Unesco le città yemenite di Ma’rib e Sirwah, testimonianze dell’antico Regno di Saba, in una regione oggi esposta a gravi rischi a causa del conflitto armato che da quasi un decennio insanguina lo Yemen. La regione dove si trovano i siti archeologici (Foto 1), circa 120 chilometri a est della capitale Sana’a, è anche quella più ricca di risorse minerarie del Paese ed è stata oggetto di ripetuti attacchi da parte degli Houti, la popolazione dell’Est dello Yemen, che ha esteso il suo controllo su una significativa parte dello Yemen.
Il Regno di Saba si formò all’inizio del I millennio a.C., prosperando soprattutto grazie al commercio di una delle mercanzie più pregiate del mondo antico: l’incenso, un’oleoresina originaria della zona dell’Hadramaut e della costa meridionale dello Yemen (e dell’attuale Oman), utilizzato nel mondo greco, romano e mediorientale a fini devozionali e medicinali. Attorno al VIII-VII secolo a.C., il sistema politico si consolidò in una forma dinastica, che impose una nuova pratica religiosa fondata sull’adorazione di un dio lunare, Almaqah. Ma’rib divenne il principale centro politico del Regno e la principale città dell’Arabia meridionale, e mantenne la sua egemonia regionale per oltre sei secoli, come capitale del Regno e come centro di un importante pellegrinaggio religioso, estendendo la sua influenza economica e culturale fino al centro della Penisola Arabica e al Regno di Axum, nella regione del Nord dell’Etiopia.
L’importanza e la prosperità di Ma’rib sono legate anche alla realizzazione di importanti lavori idraulici, necessari per garantire l’irrigazione in un ambiente arido come quello del Sud dell’Arabia. Le grandi dighe costruite a Ma’rib costituiscono senza dubbio una delle meraviglie dell’ingegneria del mondo antico e testimoniano della grande capacità organizzativa raggiunta dal Regno di Saba, che meritò, nell’antichità, il nome di Arabia Felix. A questo sito è anche connesso il mito della regina di Saba, Bilqis, la cui storicità non è provata, nonostante venga citata nei grandi testi sacri dell’antichità, come la Bibbia e il Talmud. Il Regno di Saba durò fino al 110 a.C., quando fu incorporato nel Regno Himyarita (110 a.C.-525 d.C.), ma Ma’rib e Sirwah mantennero la loro importanza anche nei secoli successivi, fino alla conquista islamica nel VII secolo d.C.
I siti archeologici sono stati studiati nell’ultimo secolo da varie missioni archeologiche internazionali, tra cui quelle italiane, dirette per molti anni dall’archeologo Alessandro De Maigret (1943-2011), docente all’Orientale di Napoli. Nell’area della città di Ma’rib, circondata da una cinta muraria del secondo millennio a.C., si trovano il grande Palazzo Salhin e i resti di numerosi templi, tra cui il Tempio di Harunum (Foto 3), trasformato in moschea dopo l’arrivo dell’Islam. A pochi chilometri da Ma’rib si trova il Tempio di Awam, che era il principale della Penisola Arabica e il centro del potere religioso del Regno di Saba. Questo grande complesso, le cui origini risalgono al II millennio a.C., è dedicato al dio Almaqah e presenta una cinta muraria di forma ovale originariamente alta 13 metri, e al suo interno una grande sala con colonne, di cui otto ancora esistenti, un mausoleo e una necropoli, oltre a laboratori e quartieri residenziali. Una caratteristica unica del tempio sono le decorazioni a forma di testa di stambecco (Foto 5) e le iscrizioni su pietra e metallo.
L’altro tempio, il Bar’an, anch’esso dedicato al dio lunare, venne probabilmente costruito nel I millennio a.C. e conserva una parte del colonnato della sala centrale, con cinque pilastri. Anche la città di Sirwah ha un’origine antichissima, databile addirittura al V millennio a.C. È ubicata a circa 40 chilometri di distanza, a difesa dell’imbocco della valle. Qui si trovano i resti del Tempio di Awal, con la sua caratteristica forma a ferro di cavallo, di cui sopravvivono una sezione intera e i pilastri della corte centrale. Fa parte dei siti iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale anche la grande diga di Ma’rib, uno dei più antichi sistemi di controllo dell’irrigazione del mondo, che controllava i flussi stagionali torrenziali delle acque del Wasi Dhana, poi incanalate verso l’oasi circostante. Costruita originariamente nel II millennio a.C., venne rafforzata e innalzata dal Regno di Saba nel VII secolo a.C. e rimase operativa fino al VI secolo d.C. Tale era la fama di quest’opera che venne anche ricordata nella Sunna 34 del Corano. Dall’inizio del conflitto nello Yemen nel 2014 tutte le operazioni di gestione dei siti sono state sospese, con gravi rischi per la conservazione di uno dei più straordinari complessi archeologici del mondo antico.
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