«Spagna, Madrid, 1995» di Elliott Erwitt

© Elliott Erwitt

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«Spagna, Madrid, 1995» di Elliott Erwitt

© Elliott Erwitt

Elliott Erwitt, maestro di fotografia e di arguzia

Cento immagini e sette sezioni ricordano l’autore franco-americano che lavorò per l’agenzia Magnum, pochi mesi dopo la sua scomparsa

«I cani sono creature comprensive, presenti ovunque nel mondo. Non li disturba essere fotografati, non chiedono le stampe... essenzialmente per me sono persone interessanti con più peli». Già da questa affermazione, tratta da un’intervista condotta nel 2013 dalla storica dell’arte Angela Madesani, si comprende lo spirito arguto di Elliot Erwitt (1928-2023), uno dei grandi della fotografia contemporanea. A pochi mesi dalla sua scomparsa, la Castiglia di Saluzzo gli dedica l’esposizione, fino al 23 febbraio 2025. Organizzata in sette sezioni e composta da un centinaio di immagini, sia in bianco e nero sia a colori, la mostra ripercorre l’intera carriera dell’autore franco-americano

La storia del Novecento, quella dei grandi fatti e dei personaggi politici di primo piano, viene immortalata da Erwitt con scatti che hanno saputo eternare sguardi, sentimenti, emozioni, gesti, come Richard Nixon che punta un dito truce contro Nikita Chruščëv, o come le celebrità di Hollywood, ad esempio Marilyn Monroe, o artisti come Andy Warhol, colti in momenti ufficiali o di normalità. Autore di illustrazioni, campagne pubblicitarie, reportage fotogiornalistici, Erwitt lavorò anche per l’agenzia Magnum dal 1953, invitato da Robert Capa.

Il suo obiettivo sulla realtà non invade mai il campo: osserva e fa un passo indietro, lasciando che sia il soggetto ritratto a primeggiare e a scegliere la «temperatura» da dare alla scena. Stupiscono sempre in Erwitt l’armonia compositiva, l’equilibrio di ogni immagine, spesso, come dichiarò il fotografo, frutto di lunghe attese e di numerosi clic prima di trovare l’attimo giusto e di raggiungere il risultato convincente. Ma è soprattutto l’intuito, il guizzo di Erwitt a imprimere alle sue foto una cifra ineguagliabile, che stia fotografando il dettaglio di un evento storico oppure un istante di vita quotidiana. Poesia e delicatezza prevalgono poi in alcune immagini private, come quella della sua prima figlia neonata, osservata attraverso gli occhi amorevoli della madre. La leggerezza attinge infine a una saporita ironia, riuscendo a cogliere il lato buffo e a volte strampalato di quanto d’improvviso appare: esempi eclatanti nelle foto, impareggiabili e spassose, di animali, soprattutto di cani. Le loro pose e il loro dialogo muto, fatto di rimandi e affinità con i loro padroni, rappresentano un vero capolavoro di «sense of humour» ed eleganza formale. Fra i numerosi esempi spicca l’immagine dei due bulldog al guinzaglio a New York, uno dei quali in una posizione tale da apparire come se avesse gambe umane. 

«Elliott Erwitt. L’ideale fuggevole» è un progetto promosso e organizzato dal Comune di Saluzzo e da Fondazione Artea, curato da Biba Giacchetti, realizzato in collaborazione con la Fondazione Amleto Bertoni e Orion57.

«Usa, New York City, 2000» di Elliott Erwitt. © Elliott Erwitt

Elena Correggia, 14 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Elliott Erwitt, maestro di fotografia e di arguzia | Elena Correggia

Elliott Erwitt, maestro di fotografia e di arguzia | Elena Correggia