Luisa Martorelli
Leggi i suoi articoliLa monografia su Edgardo Curcio (1881-1923) di Mariantonietta Picone Petrusa conclude una decennale ricerca iniziata dalla mostra del 1986, organizzata dalla stessa autrice, sulle avanguardie napoletane della Secessione dei 23, dove Curcio già appariva un singolare protagonista insieme a Pansini, Uccella, Viti e molti altri. Il percorso esplorato dal critico Paolo Ricci, ultimo testimone di quel momento storico, nel confronto avuto con lui durante gli anni Ottanta, prima che egli morisse, è stato decisamente stimolante per la prosecuzione della sua ricerca.
In seguito, grazie ai contatti con gli eredi romani del pittore, la studiosa ha analizzato quella riserva inesauribile di documenti, fotografie e registri redatti dal giornalista Carlo Curcio, fratello e primo custode della memoria del pittore, poi trasmessi al nipote Edgardo Curcio junior, prima di giungere alla compilazione del catalogo, che conta ora 193 opere dell’artista.
La sua creatività si esprime nelle rappresentazioni più semplici della vita quotidiana e familiare: scene d’interno, ritratti e colazioni in giardino sono i temi trattati, utili all’esercizio della scomposizione cromatica delle forme, suggerita non solo dalle potenzialità offerte dalla fotografia ma anche da una nuova riflessione sul Cubismo. Importanti per lui i contatti con Cipriano Efisio Oppo e con gli artisti secessionisti dell’asse Napoli-Roma-Venezia, motori del propulsivo rinnovamento culturale, dove è presente e partecipe alle nuove ricerche di Curcio, a Napoli, anche Felice Casorati.
Edgardo Curcio (1881-1923). Un artista all’insegna della Secessione, di Mariantonietta Picone Petrusa, 248 p., ill., Paparo, Napoli 2022, € 60
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