Stefano Miliani
Leggi i suoi articoli«Un paese intero diventa antisismico, non un singolo edificio». È la novità più rilevante del cantiere avviato a settembre a Castelluccio di Norcia, il borgo in provincia di Perugia disastrato dal terremoto del Centro Italia del 2016: la riferisce l’ingegner Marco Mezzi, professore al Dipartimento di ingegneria civile all’Università di Perugia e autore del progetto, innovativo, firmato insieme al professore di progettazione architettonica nel medesimo istituto universitario, Paolo Verducci.
D’intesa con il commissario straordinario per la ricostruzione del sisma 2016 Guido Castelli il cantiere ha mosso i primi passi preliminari nella collina su cui poggia il borgo a 1.452 metri d’altitudine. Spiega Mezzi: «Su una piastra di seimila metri quadri, isolata, verranno realizzati gli edifici del precedente centro storico: invece di essere collegata direttamente al terreno come nelle fondazioni normali la piastra ne è sconnessa attraverso dispositivi chiamati “isolatori sismici”; questi scorrono facendo sì che, quando il terreno si muove per un terremoto, filtrano il movimento, lo trasmettono alla piastra, agli edifici soprastanti arrivano oscillazioni molto lente, rallentate». Il lavoro ha un’altra particolarità: «Di norma queste piastre isolate sono orizzontali mentre qui la parte storica ha una forte pendenza dal 25 al 40%. Siccome l’obiettivo è ricostruire il paese esattamente com’era, con edifici in muratura e rivestiti in pietra e con materiali tecnologicamente attuali, così chi verrà non si accorgerà di niente, bisogna rispettare l’orografia». Come? «Queste piastre sono a gradoni, dieci, su piani sfalsati con tre-quattro metri tra uno e l’altro: una piastra di isolamento antisismico in questi termini finora non è mai stata realizzata».
Per evitare che centinaia di betoniere attraversino la splendida vallata, verrà realizzata in loco una centrale di betonaggio per il calcestruzzo riutilizzando anche molto materiale di scavo. «Il progetto parte da un’idea geniale di Frank Lloyd Wright che nel 1913-23 introdusse a Tokyo un progetto antisismico per l’Imperial Hotel con fondazioni su cassoni galleggianti staccandole dal suolo. Qui il principio è lo stesso», interviene Verducci. Come, ricorda, accade in Giappone, Stati Uniti e Nuova Zelanda, l’idea (per ora allo stadio di idea) è rendere visitabili, polivalenti, alcuni spazi tra i gradoni e creare una sorta di museo didattico dedicato al terremoto e alla ricostruzione. «I visitatori potranno entrare nel sistema di fondazioni, elemento precipuo della qualità architettonica dell’intervento che dall’esterno non si vedrà», specifica l’architetto. «Si parla di resilienza, termine abusato, però a Castelluccio è appropriato, è la capacità di una comunità di reagire a una catastrofe e con questa infrastruttura si trasforma la criticità del sisma in opportunità».
«È iniziata la prima fase», rimarca il sindaco di Norcia Giuliano Boccanera, il centro a una trentina di chilometri da cui provengono numerosi esercenti di Castelluccio. «Il cantiere sarà invasivo, abbiamo informato tutta la popolazione perché possa lavorarci. Il progetto è innovativo anche perché ci sono un’unica impresa e un’unica stazione appaltante per tutte le opere pubbliche e private: con intelligenza gli abitanti hanno rinunciato ai propri tecnici per fare tutto insieme». Sui tempi del cantiere Boccanera prevede più o meno tre anni.
Quanto ai costi, li illustra Gianluca Fagotti, ingegnere dell’Ufficio speciale ricostruzione della Regione Umbria e responsabile dell’intervento: «Su 60 milioni di euro previsti, con un accordo quadro di ribasso al netto dell’Iva l’importo è di 51 milioni e mezzo. Oltre alla piastra i lavori comprendono anche i terrazzamenti per i sottoservizi dentro e fuori la piastra, gli aggregati edilizi che verranno consegnati ai privati perché possano fare le opere di finitura: escluse le finiture, stimiamo di concludere tutto il lavoro entro l’autunno 2028».
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