Fabio Isman
Leggi i suoi articoliPiccolo ma esemplare ricordo di Mario Draghi. Un po' di anni fa, furono presentati gli affreschi, splendidi, dell'Aula Gotica nel monastero dei Santi Quattro incoronati. Il convento è di clausura. La badessa, deliziosa e assai colta, parlò dicendo che lo faceva per la prima volta in pubblico, da 30 anni; e che aveva la dispensa. Assai bello il suo discorso (recentemente ho saputo che, purtroppo, non c'è più).
Quando ci avviavamo verso i caffè, le cedetti il passo. Lei sorrise, e disse: «La dispensa è soltanto per parlare» e, con la sala chiusa, corse a chiamare le altre suorine, affinché vedessero. Gli affreschi li aveva scoperti (uno dei massimi ritrovamenti del secolo scorso), dirigendo poi il restauro, e convincendo le suore a rinunciare alla loro stireria, una storica dell'arte assai brava e capace. Si chiama Andreina Draghi.
Quel giorno, in prima fila, c'era anche l'attuale Presidente incaricato del Consiglio. Era il Governatore della Banca d'Italia, e non mi ricordo quale tema, allora, fosse d'attualità. Tanti giornalisti gli si fanno d'attorno, con i microfoni sotto il suo naso. Lui, con un mezzo sorriso, risponde e declina: «Oggi sono solo un fratello, grazie».
Altri articoli dell'autore
Lo scomodo lascito del monsignore scomparso a inizio gennaio: 70 pezzi di provenienza ignota, con una «misteriosa» versione del Cratere di Eufronio
I progetti non realizzati del Ventennio: una sconfinata grandeur nel nome della monumentalità e del mito della romanità
I progetti non realizzati del Ventennio: una sconfinata grandeur nel nome della monumentalità e del mito della romanità
I progetti non realizzati del Ventennio: una sconfinata grandeur nel nome della monumentalità e del mito della romanità