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«Autoritratto» (1907) di Egon Schiele, particolare

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«Autoritratto» (1907) di Egon Schiele, particolare

Donazione milionaria (anche cinque Schiele) al Leopold Museum di Vienna

Una coppia di medici dona 37 opere di 24 artisti in larga parte dedicata al Modernismo austriaco: dipinti, acquerelli e disegni per un valore di 14 milioni 

Flavia Foradini

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Sono 37 opere di 24 artisti, quelle che il Leopold Museum ha appena ricevuto come donazione dalla collezione privata di una coppia di medici della Bassa Austria («E &H.H», questa la loro identità al momento comunicata), che si è dedicata per quarant’anni alla costruzione di una propria collezione, in larga parte dedicata al Modernismo austriaco. Perlopiù dipinti, ma anche acquerelli e disegni costituiscono il corpus che la direzione del museo quantifica in un valore di 14 milioni di euro.

Trattandosi di opere di artisti già presenti nelle collezioni del museo, «questa donazione costituisce un sostanziale arricchimento delle nostre collezioni ed è magnifico incontrare persone che fanno del collezionismo il compito di una vita, ma che prendono poi la decisione di rendere accessibili le loro opere al pubblico, donandole, ha dichiarato il direttore del Leopold Museum Hans Peter Wipplinger, visibilmente soddisfatto. Naturalmente questo va di pari passo con il nostro impegno di conservazione, studio e presentazione al pubblico, sia nella nostra mostra permanente che in mostre tematiche temporanee».

Dei due dipinti di Egon Schiele trasferiti al Leopold Museum, uno è un autoritratto datato 1907: un’opera giovanile in cui l’artista, allora diciassettenne, si ritrasse con una folta e lunga capigliatura. L’altro è un ritratto dello zio Leopold Czihaczek (ancora 1907), che va felicemente ad aggiungersi a un altro dipinto di Schiele, sempre del 1907, che raffigura lo zio, e che è già esposto al Leopold Museum. Di Schiele sono anche un acquarello («Donna incinta», 1910), un disegno («Ragazza con fiocco nei capelli», 1909), nonché un nudo di donna in piedi (1917). Di Oskar Kokoschka è una litografia a colori del 1923: un autoritratto che l’artista utilizzò come manifesto per una mostra al Kunstsalon Wolfsberg di Zurigo.

L’opera di più antica datazione della donazione è «Piazza a Szolnok» di Tina Blau-Lang (1874). Dell’anno successivo è il paesaggio «Sul lago Zuider» di Emil Jakob Schindler.

Un gruppo di opere riguarda poi le nature morte, fra cui «Natura morta con mele» (1915) di Anton Faistauer, «Natura morta con frutti e coltello» (1927) di Herbert Boeckl e «Natura morta con arance, vaso di fiori e statuetta» (1890) di Broncia Koller-Pinell.

Fra gli altri artisti presenti nella donazione figurano Richard Gerstl, Anton Kolig, Anton Mahringer e Hans Fronius.

Negli ultimi anni il Leopold Museum ha già ricevuto altre importanti donazioni, fra cui a inizio 2024 un ritratto a olio di Arthur Schnitzler, opera di Max Oppenheimer del 1911. Nel 2021 era stata la volta del trittico «Amoretti moderni» (1868) di Hans Makart e, nel 2020, di uno studio preparatorio per le decorazioni del soffitto del Burgtheater, «Altare di Dioniso» (1886) di Gustav Klimt: l’importante dipinto era stato acquisito in asta al Dorotheum per 475.064 euro da un donatore appositamente con l’intento di destinarlo al Leopold Museum.

Il museo dispone inoltre di rilevanti comodati a lunga scadenza, provenienti dalle Collezioni Grubman, Ernst Ploil, Eisenberger e Schedlmayer. Anche 11mila oggetti dall’Archivio Backhausen integrano le già copiose opere della mostra permanente sulla Vienna attorno al 1900.

Flavia Foradini, 18 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

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