La XXXVIII edizione del Todi Festival, che spazia dal teatro alla musica, alle arti visive ed è diretto da Eugenio Guarducci, accoglie quest’anno, dal 24 agosto al 27 ottobre, nell’ambito del Festival delle Arti, la mostra «Spacetime» di Mark di Suvero (1933). Artista statunitense di origini italiane, pioniere nell’uso del ferro, di Suvero è noto per le sue sculture su scala architettonica, molte delle quali presentano elementi mobili che invitano l’osservatore a interagire con esse, installate negli Stati Uniti (nel Metropolitan Museum of American Art di New York e nel Walker Art Center di Minneapolis), in Europa e in Asia. La mostra, la prima in Italia dopo il 1995, è promossa dalla Fondazione Progetti Beverly Pepper in collaborazione con il Comune di Todi ed è a cura di Marco Tonelli.
La scelta dell’artista, attento da sempre al legame tra arte e ambiente e al ruolo pubblico della scultura, è motivata anche dal suo legame con la scultrice americana Beverly Pepper, che aveva scelto Todi e l’Italia come sua seconda patria e luogo di vita e lavoro e che si era professata fin dal 1998 ammiratrice di Mark di Suvero, da lei inserito, dichiara il curatore Tonelli, in un pantheon ideale a fianco di scultori come Constantin Brancusi, David Smith e Richard Serra. Pepper e di Suvero hanno esposto insieme in numerose collettive tra il 1967 e il 1995, anche fianco a fianco come sul Canal Grande di Venezia, lungo la Riva degli Schiavoni, in occasione della Biennale del Centenario.
Il percorso espositivo si apre nella medievale piazza del Popolo di Todi che accoglie la grande scultura «Neruda’s Gate» (2005), dedicata al poeta cileno: è un enorme portale, alto circa 8 metri e verniciato di rosso, colore tipico di molte delle sculture in acciaio dell’artista americano. La struttura, leggermente inclinata, è attraversata da una lunga trave di acciaio che ha il compito di segnare lo spazio, nel luogo simbolo della città di Todi, in modo forte e nel contempo dinamico. Nella suggestiva Sala delle Pietre del gotico Palazzo del Popolo sono invece esposti i dipinti di grandi dimensioni di Mark di Suvero, provenienti dalla sua collezione personale e dal suo studio di New York: realizzati tra il 2014 e il 2022 in acrilico e pittura fosforescente, se illuminati con piccole torce, restituiscono colori e forme inattesi.