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Illustrazione Katherine Hardy

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Dalla pittura agli NFT: il mercato dell’arte si muove sempre più rapidamente

I cicli di tendenza nel settore si stanno accorciando con trend nel contemporaneo che si alternano nell’arco di un anno

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Georgina Adam

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Il mercato dell’arte ha sempre conosciuto dei cicli: le varie forme d’arte sono passate dall’essere di moda all’obsolescenza, i collezionisti sono entrati e usciti dal mercato, le economie si sono rafforzate e indebolite e, cosa fondamentale, l’offerta è aumentata o diminuita.

Ma l’arte contemporanea, che è diventata dominante nel settore, ha avuto un impatto notevole su tutto questo. In teoria l’offerta non è un problema, anche se i galleristi cercano di gestirla per gli artisti più richiesti. Ma oggi ci sono due nuovi elementi nel mix. Uno è la necessità di rimanere sempre «nel momento», proiettati verso il nuovo. Il secondo è la continua convergenza dei mercati finanziari e artistici. Il risultato sembra essere un accorciamento dei cicli del mercato dell’arte, dovuto proprio alla disposizione degli investitori a passare con rapidità e prontezza alle novità.

Non c’è dubbio che la speculazione abbia guidato la tendenza al «formalismo zombie», una forma di astrazione ornata di antefatti sul modo in cui ogni opera è stata realizzata (spalmata con chewing gum masticati o fatta esplodere con estintori), che è iniziata intorno al 2011 ed è crollata circa quattro anni dopo. Comparato con quello a cui stiamo assistendo oggi, quattro anni sembra un periodo incredibilmente lungo: il processo è chiaramente accelerato. L’anno scorso il mercato chiedeva a gran voce opere di artisti «ultra contemporanei», come Christina Quarles, Loie Hollowell, Flora Yukhnovich, Jadé Fadojutimi o Ewa Juszkiewicz. I prezzi sono saliti alle stelle.

Ma il clima economico sta peggiorando, i tassi di interesse sono in aumento e gli investimenti redditizi non sono più così disponibili. Intervenuta a Londra la scorsa settimana, Brooke Lampley, responsabile delle vendite globali Fine Art di Sotheby’s e, ha ammesso che alcuni acquirenti si stanno chiedendo se il loro denaro non sia meglio speso per artisti già consolidati.

E anche gli speculatori, responsabili lo scorso anno dell’impennata dei prezzi, si stanno muovendo. Il loro modus operandi è quello di «pompare e scaricare», comprare e rivendere di continuo. Ma «velocemente» è la parola chiave, e ora i prezzi di alcuni di questi artisti scenderanno, o scenderebbero, se le case d’asta accettassero di vendere queste opere. Ho sentito dire che le case d’asta sono state inondate dei lavori di giovani artisti in voga, ma non possono accettare: se lo facessero, potremmo assistere a una correzione dei prezzi.

Un altro campo in cui la carovana si è spostata è quello degli Nft, forse non sorprende se si considera la statistica secondo cui, nel 2022, la durata media del loro possesso prima della rivendita era di poco più di un mese (secondo l’Art Basel e l’Art Market Report di Ubs). L’anno scorso gli Nft sono andati in crisi sulla scia degli scandali Ftx, Luna e altri. Il volu me degli scambi su OpenSea è crollato quasi del 90% tra settembre 2021 e settembre 2022. Se si pensa che l’esplosione  degli Nft è iniziata nel 2021, il ciclo è durato solo un anno, sorprendente se si considera che il loro mercato valeva circa 3 miliardi di dollari nel 2021 (e solo 350 milioni un anno dopo).

Ora, continuo a ricevere mail su nuove iniziative nel mercato Nft e di musei che hanno acquisito opere, sia direttamente, come il Centre Pompidou, sia in dono, come il Los Angeles County Museum of Art. Tuttavia, sembra che l’AI art, l’arte generata dall’intelligenza artificiale, sia la prossima grande novità. La carovana ha cambiato di nuovo binari.

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Georgina Adam, 06 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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