Raffaella Giuliani
Leggi i suoi articoliPrima che la pandemia ci obbligasse a trasformare le nostre tradizioni, ispirandole alla sobrietà e all’isolamento suggeriti da autorità governative e sanitarie, il giorno di S. Silvestro, il 31 dicembre, era sinonimo di veglioni interminabili, di lustrini e paillets, di cenoni innaffiati da champagne o, più patriotticamente, da ottimo prosecco. Con buona pace del santo del giorno, S. Silvestro, appunto. Ma chi era costui? Sul piano delle notizie storicamente attendibili su questo pontefice non si sa molto, nonostante il suo più che ventennale pontificato.
Silvestro fu vescovo di Roma dal 314 al 335 e, alla sua morte, il 31 dicembre, fu sepolto in una basilica a lui dedicata nelle catacombe di Priscilla. E tuttavia la narrazione storica ha attribuito un’importanza straordinaria a questo pontefice: il suo essere contemporaneo dell’imperatore Costantino ha fatto sì che papa Silvestro divenisse sinonimo dell’esercizio del potere temporale della Chiesa e quindi della legittimità di tale potere, che gli sarebbe stato conferito dall’imperatore stesso, una volta convertito. Tale legittimazione avvenne sulla base di diversi documenti appositamente elaborati dalle cancellerie papali nel corso dei secoli e in cui Silvestro figurava immancabilmente quale paritetico interlocutore dell’imperatore. Tra questi, la celeberrima Donatio Constantini, che può definirsi la madre di tutte le fake news della storia.
Ad un altro di questi documenti, i cosiddetti Gesta Silvestri, sono invece ispirati gli affreschi dell’oratorio di S. Silvestro presso la chiesa romana dei SS. Quattro Coronati al Celio, consacrato nel 1247 dal potente cardinale Stefano Conti, nipote di Innocenzo III: già pochi anni dopo la morte di Silvestro, infatti, fu elaborata la leggenda che volle Costantino guarito dalla lebbra grazie ad un miracolo operato dal papa, che con il suo clero si era ritirato in preghiera sul Monte Soratte per sfuggire alle persecuzioni. In segno di riconoscenza l’imperatore, ricevuto il battesimo, conferirà a Silvestro gli attributi imperiali della tiara e dell’ombrellino, il cosiddetto sinichio, che, aperto, segnalava, sino a pochi decenni fa, il passaggio del papa. Dinanzi al papa, l’imperatore depone però la corona, in segno di rispetto.
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