«Quipu Austral» (2012) di Cecilia Vicuña (particolare). Collezione 49 Nord 6 Est-Frac Lorraine

© Barbican Art Gallery. Foto: Jemina Yong

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«Quipu Austral» (2012) di Cecilia Vicuña (particolare). Collezione 49 Nord 6 Est-Frac Lorraine

© Barbican Art Gallery. Foto: Jemina Yong

Da Abakanowicz a Zangewa, l’arte tessile contro le ingiustizie

Allo Stedelijk Museum 100 opere di 47 artisti esplorano l’uso artistico del tessuto come sfida alle narrazioni dominanti e opposizione ai regimi di potere e alle gerarchie di valore

Con «Unravel. Potere e politica dei materiali tessili nell’arte», dal 14 settembre al 5 gennaio 2025 lo Stedelijk Museum riunisce 47 artisti contemporanei internazionali, alcuni di grande fama come Louise Bourgeois (sua l’opera «Arch of Hysteria» del 2000) o Tracey Emin (presente con «No chance (What A Year)» del 1999). Altri appartengono a generazioni più giovani e spesso non sono stati mai finora esposti nei Paesi Bassi, come l’artista queer di discendenza Cherokee Jeffrey Gibson, protagonista del Padiglione degli Stati Uniti all’attuale Biennale di Venezia. Realizzata in collaborazione con il Barbican di Londra, la mostra è curata da Amanda Pinatih per lo Stedelijk e Lotte Johnson con Well Fray-Smith per il grande centro culturale inglese. 

100 opere, 9 delle quali appartenenti alle collezioni dello Stedelijk come «Vêtement noir» di Magdalena Abakanowicz (1968) e «Midnight Aura» di Billie Zangewa (2012), strutturano un percorso suddiviso in 6 sezioni tematiche: «Punti sovversivi» smonta stereotipi come il concetto gender di un mondo del tessile di esclusiva competenza femminile, «Tessuti quotidiani» propone storie personali ed esperienze vissute, «Terre di confine» si interroga sul ruolo delle barriere fisiche e psicologiche come spunti di superamento creativo, «Essere testimoni» guarda al tessile come occasione di denuncia sociale e politica, mentre in «Strappo e ricucitura» il mondo del tessuto diventa possibilità di riparazione e cura. La sezione finale, «Fili ancestrali», focalizza antiche tecniche di lavorazione esemplari di sistemi di conoscenza alternativi. 

«Già nel 2020 avevano notato come l’uso del tessuto stesse in modi differenti proliferando nelle pratiche artistiche contemporanee, da delicati ricami a elementi esistenti accostati, fino a scultoree installazioni alla scala monumentale, afferma Lotte Johnson. In modo cruciale, tantissimi artisti incorporavano fibre e tessuti per confrontarsi con sistemi di potere e gerarchie e quindi parlare di storie personali ed esperienze vissute di oppressione ed emarginazione, forgiando nuove visioni del mondo in cui viviamo. Ci siamo quindi chieste perché gli artisti stessero riscoprendo proprio il tattile, vibrante mondo del tessile per sfidare idee preconcette e modalità binarie di pensiero». «La mostra è molto radicata nel panorama contemporaneo, anche se si tratta di pratiche nate negli anni Sessanta, quando gli artisti iniziarono a usare il tessile per ragioni politiche staccandolo dal muro e rendendolo più scultoreo, precisa Amanda Pinatih. Fu anche un momento di tale rilevanza sociale e politica da sconvolgere il mondo intero, segnato da forti resistenze ai movimenti che affrontavano questioni civili e politiche, come quelli che, non solo negli Stati Uniti, si battevano contro l’invasione statunitense del Vietnam e l’apartheid o a favore dei diritti Lgbtqi+. Contemporaneamente molti Paesi coloniali, soprattutto in Africa, ottennero l’indipendenza. Questo momento storico fondamentale ha costituito il nostro punto di partenza nell’esplorare l’uso artistico del tessuto come sfida alle narrazioni dominanti e opposizione ai regimi di potere e alle gerarchie di valore». 

«Vêtement noir (Black Garment)» (1968) di Magdalena Abakanowicz, collezione Stedelijk Museum Amsterdam. © Harold Strak, cortesia di Abakanowicz Arts e Culture Charitable Foundation

«Midnight Aura» (2012) di Billie Zangewa, collezione Stedelijk Museum Amsterdam. Cortesia di Lehmann Maupin e dello Stedelijk Museum Amsterdam

Elena Franzoia, 12 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Da Abakanowicz a Zangewa, l’arte tessile contro le ingiustizie | Elena Franzoia

Da Abakanowicz a Zangewa, l’arte tessile contro le ingiustizie | Elena Franzoia