Rocco Moliterni
Leggi i suoi articoliAvviso ai viaggiatori che usano il navigatore: state attenti perché, chissà perché, quando siete nei pressi del Labirinto della Masone, regnò del bambù e dei tesori di Franco Maria Ricci, poco fuori Parma, il vostro «amico» elettronico invece di indirizzarvi all’ingresso principale vi farà prendere una stradina sterrata che si perde tra i campi.
Quando finalmente, tornati sui vostri passi, riuscirete a entrare avrete tre opzioni: visitare la splendida collezione e le mostre temporanee del museo, perdervi sotto le fresche frasche di bambù del labirinto più grande d’Europa, o andare a mangiare.
In quest’ultimo caso ci sono due possibilità: il bistrot dove consumare panini, piadine o anche un pasto con piatti caldi spendendo sui 30-40 euro, oppure il ristorante dove, in una sala elegante, i tavoli hanno le tovaglie di fiandra e l’esperienza gastronomica ha il suo perché. Era l’ultimo assolato sabato di settembre e ho deciso, dopo due ore e mezzo di autostrada, che avevo voglia di un pranzo come si deve.
Non me ne sono pentito. Come preludio ho diviso con chi era con me un piatto di culatello di Zibello dei Fratelli Dellatana, assolutamente fantastico. Poi non ho resistito al fascino della «Mia bourguignonne di lumache», con 12 lumache cicciose ma non troppo gustose. Quindi un piatto di tortelli di zucca mi ha riconciliato con la zucca di cui stava iniziando la stagione. Chi era con me ha puntato prima su un piatto di funghi fritti senza infamia e senza lode e poi su un raviolo stella alle ortiche con salsa ai tre pomodori marinata e salsa di basilico, un piatto davvero notevole per il mix di sapori che si sposavano a meraviglia.
Ci abbiamo bevuto su una bottiglia di Pinot Nero e tenuto conto anche del caffè abbiamo speso 126 euro in due. Il giusto. Prima di partire potete acquistare una raffinata rivista di Franco Maria Ricci in vetrina al bookshop oppure un delizioso salame in vendita allo spaccio. Nel dubbio meglio fare entrambe le cose.
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