Dario del Bufalo
Leggi i suoi articoliLa mostra «Storie di Pietra» da poco conclusasi a Villa Medici presso l’Accademia di Francia a Roma sulle pietre collezionate da Roger Caillois è stata un fiasco, non per mancanza di pubblicità o comunicazione ma perché le pietre in genere sono un argomento difficile e non così popolare o «mainstream» (come si dice oggi) e anche perché sinceramente i diaspri, le agate, le paesine, i calcedoni, i quarzi della Collezione Caillois sono tra i più brutti, più piccoli e insignificanti esempi che abbia mai visto in mostra. Sembrano quei minerali che si vendono nelle edicole a fascicoli mensili francesi con la pubblicità che recita: «Questo mese in regalo il quarzo rosa!».
Se mettessimo le pietre di Caillois in vendita in una delle tante fiere di mineralogia nel mondo, i suoi campioni sarebbero venduti tra 10 e 50 euro l’uno. Dunque Caillois sarà stato un grande letterato, filosofo, entomologo e poeta, ma di bellezza e rarità di marmi, pietre dure o minerali, possiamo dire, a giudicare da quello che ha collezionato, che non ne capiva nulla. Se uno veramente volesse vedere belle invenzioni cromatiche e forme fantastiche che «l’artista natura» ha creato milioni di anni fa, potrebbe visitare in Italia molte raccolte di qualità superiore a questa di Caillois. Per esempio, la raccolta del Museo dell’Opificio delle Pietre Dure a Firenze, i numerosi musei di storia naturale e le raccolte geologiche di molte università, anche quella «sparita» dell’Ufficio Geologico di Roma di largo Santa Susanna.
Si potrebbe visitare la collezione Ipanema Rovis («L’Arte di Dio») a Trieste, oppure la bella e ricca raccolta di pietre d’Arno e paesine della Fondazione Giovanni Pratesi a Figline Valdarno (Fi), nell’ex Oratorio dell’Ospedale Serristori, oltre alle centinaia di raccolte antiche e meno antiche custodite nei musei di storia naturale del mondo. Già mal tolleravo i vari articoli di giornali osannanti la mostra e il personaggio, poi quando è uscita per i tipi di Fmr la pubblicazione Scritto nella pietra che presenta la suddetta collezione come se fosse un unicum straordinario di questa rarissima «estasi minerale», «mistica minerale», ovvero «l’estro poetico di Roger Caillos per i minerali», scomodando anche Marguerite Yourcenar che pronunciò un discorso nel 1981 per la sua investitura all’Accademia di Francia al posto del defunto Caillois e indotta a coniare «mistica della materia» la sua ricerca sulla pietra, ho detto: «Basta mi sembra troppo!».
Così ho pensato al povero Franco Maria che era anche geologo oltre che esteta e che non avrebbe mai pubblicato questi miseri frammenti di storia naturale in questo modo, soprattutto la brutta e impietosa fotografia a pagina 83, che mostra la superficie di un banale campione di calcare rovinata e piena di righe provocate da una maldestra levigatura con mola diamantata per frullino.
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