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Dall’alto a sinistra e in senso orario: «Lungo l’Adda» del Piccio (1859), di Pietro Ronzoni; «Paesaggio montuoso con contadini in cammino» (1848), di Pietro Ronzoni; «Paesaggio con traghettatore» (1865), di Giacomo Trecourt; «Paesaggio boscoso con figure e armenti» (1844), di Giuseppe Canella

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Dall’alto a sinistra e in senso orario: «Lungo l’Adda» del Piccio (1859), di Pietro Ronzoni; «Paesaggio montuoso con contadini in cammino» (1848), di Pietro Ronzoni; «Paesaggio con traghettatore» (1865), di Giacomo Trecourt; «Paesaggio boscoso con figure e armenti» (1844), di Giuseppe Canella

Cinque appuntamenti in asta da non perdere ad aprile

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Quattro paesaggi da museo
La storia di questi quattro quadri è piuttosto intrigante. Anche se sono venduti separatamente da Finarte a Milano il prossimo 17 aprile (lotti 2027-2030) essi costituiscono, di fatto, un ciclo unitario. Il primo è stato dipinto nel 1844 da Giuseppe Canella (stima 20-30mila euro), poi sono arrivati quelli di Pietro Ronzoni nel 1848 (stima 7-12mila euro), il magnifico «Lungo l’Adda» del Piccio nel 1859 (stimato 20-30mila euro) e, infine, il «Paesaggio con traghettatore» di Giacomo Trecourt intorno al 1865 (stima 9-15mila euro). Hanno tutti le stesse dimensioni (70x110 cm) e sono stati commissionati dal medesimo collezionista (Giuseppe Locatelli). Documentano, ai massimi livelli, lo sviluppo della pittura di paesaggio in Lombardia alla metà del XIX secolo, sarebbe un vero peccato separarli. Li acquisterà un museo? [Simone Facchinetti]

«Ritratto di Jeanne-Julie-Louise Le Brun», di Élisabeth Louise-Vigée Le Brun. © Christie’s Limited Images

Con le donne pittrici non si sbaglia mai
Come si è visto nella recente edizione di Tefaf Maastricht siamo all’interno di una bolla speculativa che valorizza le artiste. Ovviamente è più avvantaggiato chi vende rispetto a chi acquista ma la faccenda sarà più chiara e lampante solo tra qualche anno. Qualsiasi articolo di questa matrice è destinato a entrare nel cono di interesse dei musei e dei collezionisti, come probabilmente farà anche il lotto 56 che viene messo all’incanto da Christie’s New York, il 17 aprile. È il «Ritratto di Jeanne-Julie-Louise Le Brun», dipinto dalla celebre madre Élisabeth Louise-Vigée Le Brun. La stima è notevole (300-500mila dollari) ma non sufficientemente alta per spaventare i voraci appetiti dei collezionisti alla moda. L’ultima volta che la tela era passata all’asta (nel 1994) si era fermata poco sopra i 40mila euro. [Simone Facchinetti]

«Madonna del Rosario», attribuzione ancora discussa. © Christie’s Limited Images

Rubens? E chi l’ha detto
La «Madonna del Rosario» è un’opera offerta a un prezzo particolarmente interessante (500-700mila dollari) da Christie’s New York il prossimo 17 aprile («A Park Avenue Collection»). La prima domanda da farsi è: perché? Forse perché la pala che ne è derivata (ora al Museo Pushkin) è stata considerata un’opera della bottega di Rubens? E quindi di chi sarà questo bozzetto preparatorio? Di Rubens oppure no? La questione sta tutta qui, non facilmente risolvibile nel nostro piccolo spazio. Sulla carta resta una grande occasione di acquisto: ma per chi? Per chi vende o per chi acquista? Perché la bibliografia si ferma alla vecchia monografia di Jaffé del 1989? Sotto quale nome verrà schedato il dipinto nel «Corpus Rubenianum» di prossima pubblicazione? Prima di comprare è sempre meglio farsi tante domande. Dopo è troppo tardi. [Beatrice Cumino]

«Le Peintre» (1963), di Pablo Picasso. © Sotheby’s

L’energia del vecchio Picasso
Il 5 aprile Sotheby’s Hong Kong offre, per la prima volta sul mercato, un eccezionale Pablo Picasso. Realizzato nel 1963, il dipinto riflette un’intensità di colore e movimento tipica degli ultimi anni dell’artista, un periodo fortemente caratterizzato da fervore artistico, energia e libertà. «Le Peintre» appartiene alla serie di opere incentrate su uno dei grandi temi che hanno dominato l’ultima produzione di Picasso, ovvero l’esplorazione della sua identità di artista. Nello straordinario olio su tela, il pittore si presenta con una camicia bretone a righe blu e un cappello giallo (chiaro riferimento a van Gogh), intento a dipingere energicamente in un momento di ispirazione artistica e slancio creativo. Il lotto è stimato 66-90 milioni di dollari di Hong Kong, 8,25-11,25 milioni di dollari statunitensi. [Carlotta De Volpi]

«Maime quand i qua domi i qua ri» (1937), di Man Ray. © Man Ray 2024Trust / Adagp, Paris 2024

La musa di Man Ray
L’11 aprile Christie’s Parigi presenta «Man Ray dans la collection de Marion Meyer», una vendita interamente dedicata al fotografo surrealista. L’asta presenta ben 200 pezzi della collezione personale di Marion Meyer, gallerista, curatrice, esperta e amica intima dell’artista, presidente dell’Associazione Internazionale Man Ray. La selezione comprende dipinti, disegni, sculture, oggetti e fotografie talvolta inediti sul mercato, che riflettono perfettamente l’eclettismo dell’artista. Tra questi emerge «Maime quand i qua domi i qua ri», olio su tavola dipinto nel 1937. L’opera ritrae Adrienne Fidelin, la prima modella nera a comparire su una delle principali riviste di moda statunitensi («Harper’s Bazaar», 1937), nonché musa e compagna di Man Ray; qui appare sorridente e con gli occhi chiusi. Il prezzo stimato è di 150-200mila euro. [Carlotta De Volpi]

Autori vari, 08 aprile 2024 | © Riproduzione riservata

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