Ancora una mostra, o meglio due in una, dopo le grandi rassegne di Amburgo e Berlino e prima dell’ultima al Metropolitan di New York, celebra il 250mo anniversario della nascita del grande romantico tedesco Friedrich (Greifswald, 1774-Dresda, 1840) nella città che l’adottò e in cui visse per oltre quarant’anni: dal 24 agosto le Kunstsammlungen di Dresda gli dedicano questa «Caspar David Friedrich. Dove tutto è cominciato» tra Albertinum (fino al 5 gennaio 2025) e Kupferstichkabinett (fino al 17 novembre), una grande antologica in due capitoli che si concentrano, rispettivamente, sulla sua attività di pittore e su quella di disegnatore nel luogo in cui realizzò le sue opere più famose oggi riconosciute in tutto il mondo come i più importanti esempi del Romanticismo tedesco.
Caspar David Friedrich conosceva bene le collezioni della Gemäldegalerie Alte Meister che oggi gli concedono un posto d’onore accanto ai pittori che aveva amato: qui trascorreva le sue giornate, intervallate da lunghe passeggiate dentro e fuori il perimetro cittadino, a studiarli e riprodurli, lasciandosi ispirare per le sue nuove composizioni; qui esplorava le tecniche dei maestri antichi contrapponendo le tradizioni accademiche alle proprie fonti di ispirazione che trovava nella natura. I dipinti di paesaggio esposti all’Albertinum sono tra le sue opere più famose a livello internazionale: eseguiti con estrema finezza, dipinti come «La grande riserva» (1832) e «Due uomini in contemplazione della luna» (1819-20) sono dotati di un’incredibile luminosità che deriva da una sensibile trasparenza nell’applicazione dei colori. Vengono accostati ai capolavori di Jacob van Ruisdael, Salvator Rosa e Claude Lorrain della pinacoteca, tra i più apprezzati da Friedrich.
La mostra comprende inoltre numerosi prestiti da musei tedeschi ed europei, tra cui la Hamburger Kunsthalle, le Kunstsammlungen Chemnitz, il Museum Folkwang, il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid e il Belvedere di Vienna. Quanto al capitolo su Friedrich disegnatore, al Kupferstichkabinett, esso si concentra sul processo artistico del nostro: sono esposti lavori di grande sensibilità e precisione frutto di escursioni e viaggi. Friedrich amava spostarsi a piedi e catturare dettagli dei paesaggi che attraversava. Oltre ai suoi eccezionali disegni, il gabinetto delle stampe mostra per la prima volta un tesoro speciale sotto forma di manoscritto del pittore: nel testo l’autore commenta le opere dei suoi contemporanei riflettendo sulla teoria dell’arte.