Christian Greco

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Christian Greco

Bicentenario a colori per il Museo Egizio

Greco ha creato nuove sale, riallestito la Galleria dei re, invitato artisti contemporanei e inventato spazi gratuiti per i 200 anni di un museo che vuole nutrirsi di studio, ricerca e inclusività

Quello degli Egizi era un mondo pieno di colori, tutti di origine naturale e con una ricchissima varietà di gamme e sfumature. Erano ricavati principalmente da polveri minerali, ridotti in pastigliette, mescolati a olio di lino e poi stesi da mani sapienti munite di pennelli in fibre vegetali. Tecniche e strumenti di una civiltà straordinaria e operosa che il Museo Egizio studia e racconta grazie a una sconfinata collezione e a tre nuove sale permanenti, visibili da inizio ottobre. Vi si possono ammirare anche tutti i legni conosciuti dagli Egizi, gli strumenti per lavorarli e le loro destinazioni d’uso, dalla realizzazione di sarcofagi all’aratura dei campi. Un’altra sala è dedicata alla terracotta, con un esercito di vasi, piatti e recipienti ove si custodivano liquidi, cibi, sostanze per la mummificazione; alcuni sono stati rotti per scopi rituali, altri accidentalmente, all’epoca non avevano colle abbastanza potenti, ma li riparavano comunque con ago e corda. Ci sono anche delle repliche in 3d che permettono la manipolazione e lo studio degli interni. L’ultima sala è invece dedicata ai materiali lapidei e agli strumenti con cui gli Egizi riuscivano a modellare ad arte persino il più duro dei graniti. 

Il progetto si intitola «Materia. Forma del tempo» ed è una delle voci con cui il Museo si prepara a festeggiare il suo bicentenario, che sarà celebrato il 20 novembre alla presenza del presidente Mattarella. Sarà lui il primo a entrare nella nuova Galleria dei re, provvisoriamente allestita con lo scenografico progetto di Dante Ferretti (per Torino 2006) e ora resa omogenea con il resto del nuovo Museo Egizio inaugurato nel 2015 sotto la direzione del giovane, brillante e apprezzatissimo Christian Greco. Dei e faraoni provenienti dal complesso templare di Karnak a Tebe (l’odierna Luxor) saranno ripresentati dallo studio di architettura Oma seguendo la sistemazione delle statue nei templi egizi, rispecchiandone il significato originario. E a proposito di templi, sempre il 20 novembre sarà inaugurato il Tempio di Ellesiya, o meglio, l’accesso che permetterà, d’ora in poi, di visitarlo gratuitamente. Scavato nella roccia da Tutmosi III (1479-25 a.C.), non lontano da Abu Simbel, dedicato a Horus e Satet, è a Torino dal 1967, salvato dalla costruzione della Grande Diga di Assuan, che avrebbe sommerso una vasta area di monumenti. 

Entro il prossimo anno sarà inoltre aperta la Piazza Egizia, la nuova corte coperta (da una grande vetrata), dalla quale si potrà accedere (ancora gratuitamente) alla grande sala ipogea dell’Egitto immersivo (inaugurazione nel 2025), innovativo spazio multimediale di mille metri quadri realizzato in collaborazione con l’Istituto italiano di Tecnologia, che ha avuto un’anticipazione la scorsa estate nelle Gallerie d’Italia Torino con il video «Paesaggi»: un viaggio virtuale nell’Egitto via via sempre più antico, che mostrava riprese effettuate da droni nelle campagne di scavo e la successiva ricostruzione di atmosfere e scenari originari elaborati con l’ausilio dell’Intelligenza Artificiale. In occasione del bicentenario sono da segnalare due progetti realizzati da due artisti contemporanei in residenza (Ali CherriSara Sallam), con cui il Museo Egizio inaugura un nuovo ciclo nella sua programmazione di arte contemporanea. Ali Cherri (Beirut, 1976), Leone d’argento alla Biennale Arte 2022, ha approfondito il dialogo con la collezione del museo dando vita a un’installazione che esplora e si interroga «sulla potenza dello sguardo e sulla nostra relazione con gli oggetti del passato, mettendo così in dialogo la civiltà egizia e il mondo contemporaneo. Il progetto artistico prende forma dal confronto diretto con il curatore Paolo Del Vesco, affrontando i principali temi del dibattito museologico internazionale come la memoria dell’antico nel contemporaneo, la cultura materiale, la decolonizzazione delle collezioni e il ruolo dei musei nella società. Il progetto è sostenuto dal PAC2024 - Piano per l’Arte Contemporanea, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura», spiegano dal museo.

Ancora per il bicentenario da ricordare una nuova sala dedicata dallo scorso agosto al corredo di Nefertari (rientrato da un tour mondiale) a 120 anni dal rinvenimento della tomba di una delle regine più note d’Egitto, la «grande sposa reale» di Ramses II. La sua tomba è stata scoperta nel 1904 nella Valle delle Regine a opera di Ernesto Schiaparelli, allora direttore del Museo Egizio. «Il riallestimento degli oggetti si accorda a un apparato testuale e a un video-racconto, con disegni e foto di archivio per restituire il contesto dei reperti», spiegano dal museo. Lo scorso dicembre è stata infine inaugurata la Galleria della Scrittura al terzo piano, con 248 reperti, 10 sezioni e innovative postazioni multimediali per rendere i geroglifici comprensibili a chiunque. 

Rendering della Piazza Egizia vista dall’alto. © Studio Oma

Jenny Dogliani, 23 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Bicentenario a colori per il Museo Egizio | Jenny Dogliani

Bicentenario a colori per il Museo Egizio | Jenny Dogliani