«Family Commisson With Snake (Close Up)» (2007) di Tina Barney

© Tina Barney. Cortesia dell’artista e di Kasmin, New York

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«Family Commisson With Snake (Close Up)» (2007) di Tina Barney

© Tina Barney. Cortesia dell’artista e di Kasmin, New York

Barney e Akerman al Jeu De Paume

La più grande retrospettiva europea della fotografa statunitense e le videoinstallazioni e i film della videoartista belga in un doppio appuntamento parigino

Due artiste, l’una statunitense, l’altra belga, ma con una vita e una carriera newyorkesi, sono protagoniste delle due nuove mostre del Jeu de Paume: «Tina Barney. Family Ties» e «Chantal Akerman. Travelling», presentate dal 28 settembre al 19 gennaio 2025. La mostra di Tina Barney, curata da Quentin Bajac, direttore dell’istituzione parigina, allestisce 55 scatti, in bianco e nero e a colori, che ripercorrono quarant’anni di carriera della fotografa di 79 anni, nata a New York, città dove vive. L’istituzione parigina ne parla come della più grande retrospettiva europea mai dedicata alla ritrattista. Il percorso si sofferma sui temi centrali del lavoro di Tina Barney, primo dei quali la famiglia. La fotografa ha iniziato negli anni ’70 a realizzare ritratti dei propri parenti e di alcuni amici, all’interno delle loro case e in particolari occasioni, come matrimoni, feste di compleanno, pranzi di  famiglia, utilizzando un banco ottico Toyo 4x5 montato su cavalletto, ottenendo fotografie di grande formato, ricche di dettagli, dei mobili, dei vestiti, degli oggetti presenti in casa. Tra i primi scatti «Jill and Mom» (1976), un momento di intimità tra la sorella Jill e la madre dell’artista. Tra il 1996 e il 2004, Tina Barney ha viaggiato molto in Europa, Francia, Italia, Spagna, Germania, Regno Unito, interessandosi soprattutto ai «tipi sociali», catturando le abitudini delle famiglie aristocratiche e borghesi.

La mostra di Chantal Akerman, «Travelling», è stata realizzata con il museo Bozar di Bruxelles (dov’è stata presentata fino al 21 luglio scorso) e Cinematek, la cineteca reale del Belgio. La videoartista, figura centrale del cinema sperimentale belga, è scomparsa nel 2015, a 65 anni, pochi mesi dopo aver presentato al Festival di Locarno il documentario «No Home Movie». Attiva sin dagli anni ’70, ha realizzato il suo primo lungometraggio nel 1974, «Je tu il elle», e ha ottenuto la consacrazione internazionale l’anno seguente, nel 1975, con il film «Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles», sulla vita di una casalinga obbligata occasionalmente a prostituirsi per mantenere il figlio adolescente, considerato un manifesto del cinema femminista. Nel 2022 la rivista britannica «Sight&Sound» l’ha definito «il miglior film di tutti i tempi». Tra le sue fonti di ispirazione, gli americani Gus Van Sant e Todd Haynes. La mostra del Jeu de Paume propone un dialogo tra i film dell’artista e le sue videoinstallazioni, a cui ha cominciato a lavorare dal 1995, e di cui sono presentate anche «Woman Sitting after Killing» (2001), «Mirror» (2007), «D’Est, au bord de la Fiction» (1995) e ancora, in chiusura di percorso, «Selfportrait/ Autobiography: A work in progress» (1998), raramente esposta. Sono allestiti inoltre numerosi documenti d’archivio mai presentati prima, prestati dalla Fondation Akerman.

«Chantal» di Philippe Chancel. © Fondation Chantal Akerman / Capricci © Adagp, Paris, 2024

Luana De Micco, 25 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Barney e Akerman al Jeu De Paume | Luana De Micco

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