«Franco» (1986), di Fernando Botero (particolare). Donazione dell’artista, 2003

© Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. Foto: Joaquín Cortés / Román Lores

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«Franco» (1986), di Fernando Botero (particolare). Donazione dell’artista, 2003

© Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía. Foto: Joaquín Cortés / Román Lores

Atene celebra la democrazia

A cinquant’anni dalla caduta della dittatura militare, la Galleria Nazionale espone 140 opere di 55 artisti. «In un momento in cui le conquiste democratiche sono minacciate, l’arte è più decisiva che mai»

Il 2024 è un anno importante per la democrazia, con quasi la metà del mondo che si reca alle urne, ma lo è in modo particolare per la Grecia, che celebra il 50mo anniversario del ripristino della democrazia dopo sette anni di dittatura militare dei colonnelli (Metapolitefsi). La Galleria Nazionale-Museo Alexandros Soutsos di Atene dedica all’anniversario «Democracy», una mostra che esplora l’intersezione tra arte e storia politica nell’Europa meridionale.

Visitabile fino al 2 febbraio 2025, è la prima grande mostra internazionale che si concentra sul rapporto tra arte e democrazia nel periodo in cui Grecia, Portogallo e Spagna passarono da un regime autoritario a uno democratico. Le 140 opere di 55 artisti sono state riunite grazie alla collaborazione con il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid, il Museu d’Art Contemporani de Barcelona, il Cam-Centro de Arte Moderna Gulbenkian e il Centro de Estudos Multidisciplinares Ernesto de Sousa di Lisbona e collezioni private di Grecia e Portogallo.

«Questa mostra è una testimonianza delle lotte per le libertà civili e della lotta anticoloniale e offre una narrazione visiva della ricerca della libertà contro i regimi autoritari, afferma Syrago Tsiara, curatore e direttore della Galleria Nazionale di Atene. In un momento in cui le conquiste democratiche devono affrontare nuove minacce, queste risposte degli artisti diventano più decisive che mai, offrendo una visione del potere della creatività in tempi di turbolenza».

La mostra è suddivisa in quattro sezioni che illustrano la storia recente e geograficamente prossima attraverso sculture, dipinti, incisioni, manifesti, video e documenti che raccontano performance art, teatro e letteratura.

Si inizia con l’importanza di identificare l’avversario grazie ai ritratti dei protagonisti dei regimi dittatoriali e dei loro vendicatori, gli eroi ribelli e le madri arrabbiate, simboli delle rivolte. La sezione «Fronteggiare il nemico» si apre con un enorme Generale Franco dipinto da Fernando Botero, con le opere in stile più caricaturale di George Ioannou e il richiamo alla situazione di continua sorveglianza di Yannis Gaitis.

In «Resistenza» viene messa in luce la risposta artistica alle proteste contro le politiche repressive. Qui il corpo diventa protagonista, che sia vittima di violenza o colto nel buio della sua rabbia e del suo dolore, come nella sezione dedicata alle stampe di Tassos, un richiamo alla mostra che, sempre negli spazi della Galleria Nazionale, nel 1975-76 accolse 70 lavori dell’artista nella prima grande esibizione della terza repubblica.

Lotte studentesche e occupazione di spazi pubblici sono al centro di «Insurrezione», sezione dedicata al momento di rottura dei regimi. Centrale è l’attenzione dedicata alle risposte artistiche della rivolta del Politecnico di Atene, diretta responsabile della caduta del regime ellenico, ma non mancano richiami al Vietnam nelle sculture di Christos Kapralos e nei collage di Vasso Kyriaki.

Nell’ultima sezione, «Arousal» («Risveglio»), il termine inglese rende al meglio il risollevarsi della vita, con il dispiacere, l’indignazione e la rabbia che lasciano il posto alla gioia e all’eccitazione per le libertà conquistate. Il corpo torna a essere al centro dei lavori, ma celebrando il piacere, la sensualità e l’emancipazione, come nel realismo pop di Nikias Skapinakis o nel surrealismo di Paula Rego.

Giulia Grimaldi, 23 agosto 2024 | © Riproduzione riservata

Atene celebra la democrazia | Giulia Grimaldi

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