Adagiata in una pittoresca valle delle Montagne Rocciose, la città di Aspen, nello stato americano del Colorado, è rinomata per gli sport invernali e le attività all’aria aperta. Come Gstaad in Svizzera, è sempre più rinomata anche per la sua offerta culturale, grazie soprattutto all’Aspen Art Week, che riunisce collezionisti, curatori e artisti in un festival coordinato dall’Aspen Art Museum. Quest’estate, l’Aspen Art Fair (dal 29 luglio al 2 agosto) si unisce ai festeggiamenti e debutta all’Hotel Jerome, un gioiello storico nel cuore della città, recentemente premiato con una stella Michelin. Una trentina di gallerie e progetti provenienti da Los Angeles (Carlye Packer, Casterline Goodman), New York (Miles McEnery, Nancy Hoffman) e dall’estero (El Apartamento da L’Avana e Madrid, Galerie Gmurzynska, Zurigo) saranno presenti nel programma della fiera. Perrotin è forse la più importante di queste. Circa la metà delle gallerie occuperà stand nel foyer, nel bar e nella sala da ballo, e l’altra metà in camere d’albergo. L’ingresso alla fiera sarà di 30 dollari al giorno, ma chi alloggia in albergo riceverà un pass gratuito. La fiera è stata co-fondata da Becca Hoffman, che in precedenza gestiva Intersect Aspen (che si svolge ancora dal 30 luglio al 3 agosto), e da Bob Chase, proprietario di una delle principali gallerie d’arte contemporanea della città, Hexton, che esporrà anche alla fiera. «La comunità di Aspen è unica per la sua storia, il sostegno filantropico e i legami con l’arte e la cultura», spiega Becca Hoffman, che ricorda l’Anderson Ranch Arts Center, l’Aspen Art Museum e i festival di jazz e cinema. «È una comunità intellettualmente curiosa, molto preparata e straordinariamente impegnata e ad Aspen ci sono collezioni straordinarie», aggiunge. In altre parole, vi soggiornano molte persone molto ricche. L’anno scorso, la rivista Money ha citato uno studio secondo il quale 1 residente di Aspen su 67 era «molto ricco» e possedeva almeno 30 milioni di dollari in beni investibili (Aspen è una cittadina di poco più di 7mila abitanti, ciò significa che più di 100 persone rientrano in questa categoria). E poi ci sono tutti i visitatori che arrivano in jet privato.

Oltre al suo lavoro alla fiera d’arte, Becca Hoffman organizza tutto l’anno un programma culturale attraverso la sua nuova società, 74tharts. A marzo, 74tharts ha organizzato una mostra di donne artiste all’Hotel Jerome. Il mese scorso ha co-presentato la proiezione del film «Taking Venice», diretto da Amei Wallach, che racconta la storia di come il governo statunitense manipolò la 32ma Biennale di Venezia nel 1964 per far vincere il Leone d’Oro a Robert Rauschenberg. «Per noi è molto importante partecipare agli scambi culturali in città durante tutto l’anno», spiega Becca Hoffman. Bob Chase, l'altro co-fondatore dell’Aspen Art Fair, vive in città da 15 anni e ne sottolinea lo spirito «orientato alla cultura». «Ero molto entusiasta dell’idea di creare una piattaforma in cui potessimo esporre alcune delle nostre istituzioni culturali, insieme a gallerie internazionali, e continuare questa storia dell’arte che è parte integrante di Aspen», spiega. Per lui, «l’hotel è particolarmente adatto alla fiera. È uno degli edifici più antichi di Aspen e uno dei luoghi di ritrovo della città. L'atmosfera è così piacevole e raffinata che ci permette di organizzare conversazioni e progetti curatoriali».

Almeno una delle gallerie partecipanti ha fatto molta strada: Southern Guild, con sede a Città del Capo, in Sudafrica. Specializzata in artisti e designer africani, sta esplorando attivamente il mercato americano. Di recente ha aperto uno spazio a Los Angeles, nel quartiere in piena espansione di Melrose Hill. Quest’anno, Southern Guild è presente in altre cinque fiere d’arte americane. «Aspen continuava a venire fuori nelle conversazioni con gli artisti che conosciamo», spiega Trevyn McGowan, cofondatore di Southern Guild (la galleria aveva già partecipato a una versione online di Intersect Aspen). «I collezionisti con cui lavoriamo a Los Angeles hanno casa o soggiornano lì», aggiunge. «Inoltre, con le altre gallerie newyorkesi con cui ci siamo associati, ovunque andassi, si parlava di Aspen. Sembra che la città stia guadagnando reputazione e prestigio».

Zanele Muholi, uno dei più noti artisti rappresentati dalla galleria, donerà una fotografia per l’asta «ArtCrush» dell’Aspen Art Museum (che, per la prima volta quest’anno, consentirà agli artisti di trattenere fino al 30% dei proventi della vendita delle proprie opere) e sarà l’artista in residenza all’Hotel Jerome durante la fiera. Zanele Muholi lavora spesso in viaggio, scattando autoritratti nelle camere d’albergo con oggetti di scena improvvisati, quindi questa residenza sembra particolarmente opportuna. Tuttavia, rimane il dubbio se Aspen possa ragionevolmente ospitare due fiere d’arte nella stessa settimana. Ma Becca Hoffman e Bob Chase sono convinti che il nuovo arrivato abbia un posto legittimo in città. «Le persone che conosco mi hanno chiesto: “Perché non abbiamo un evento di alto livello che sia degno della dimensione culturale di questa città?”. Sono molto contento che stiamo rispondendo a questa richiesta», afferma Bob Chase. «Penso che sarà un luogo in cui i collezionisti più esigenti troveranno gallerie e opere in progetti curatoriali che apprezzano. Penso anche che le persone interessate all’arte, al design e alla cultura ne saranno totalmente conquistate. Quindi credo che non sia solo il momento giusto, ma anche il posto giusto».