Camilla Bertoni
Leggi i suoi articoliUn’edizione positiva, con un buon afflusso di collezionisti ma anche di pubblico generico, e con un buon livello di vendite, soprattutto nella fascia di prezzo medio bassa. Si è chiusa registrando commenti generalmente di questo tenore tra i 130 galleristi partecipanti alla 19ma edizione di ArtVerona, l’esposizione di arte moderna e contemporanea che si è tenuta dall’ 11 al 13 ottobre nel quartiere di Veronafiere. La manifestazione aveva gli occhi puntati addosso in quanto potenziae foriera di segnali significativi per il mercato. «Dopo tre edizioni che hanno registrato affari in calo, commenta Antonio Addamiano titolare di Dep Art di Milano, abbiamo visto quest’anno nuovi volti, anche giovani, tra i collezionisti, cosa che ci ha permesso di fare un’ottima “semina”». Oltre a maestri storici come Salvo e Scanavino, la galleria è specializzata in artisti mid career, come Jaime Poblete, a cui era dedicata una parte del grande stand e che ha venduto diverse opere tra 5 e 15mila euro. «Ad ArtVerona tradizionalmente facciamo il punto del mercato su tutti i nostri quattordici artisti rappresentati, spiega Addamaino, e ci tenevamo a farlo particolarmente quest’anno che è il ventennale della galleria, mentre a Torino, Milano e Bologna portiamo una selezione più stretta e mirata». «È significativo, ha aggiunto Giovanni Bonelli, vicepresidente di Angamc, Associazione Nazionale Gallerie d’Arte Moderna e Contemporanea, che in un momento economico così complicato, molte gallerie abbiano venduto, e ArtVerona si è molto impegnata perché ciò accadesse, anche con una serie di premi che sostengono artisti e gallerie giovani, organizzando eventi e con un vip program che ha richiamato collezionisti da tutta Italia. Si sono registrati acquisti di opere di giovani soprattutto tra i mille e 5mila euro, bene fino a 10mila. Nel moderno c’è stata una fascia di mezzo un po’ desertica, ma il bilancio è positivo, sia per quanto riguarda le vendite che i contatti». Conferma questa analisi anche Davide Mazzoleni, la cui galleria ha una sede a Torino e una a Londra: «Nonostante il momento complicato, abbiamo notato con piacere un grande afflusso di pubblico. L’interesse sul contemporaneo e moderno resta vivo e costante. A livello di vendite si conferma la crescita della nostra artista italiana Rebecca Moccia, di cui sono state vendute opere dai 5mila ai 10mila euro, oltre ad opere del Secondo Novecento». Grande interesse per l’ampio spazio allestito dalla Galleria Lara e Rino Costa di Valenza in cui spiccavano le opere di Theo Gallino, Valerio Trubbiani, Amanda Chiarucci e Saba Masoumian. «Sono molto contento per la grande attenzione che hanno riscontrato tutti i nostri artisti, le cui opere abbiamo venduto bene. Torniamo soddisfatti a casa da questa edizione», ha dichiarato Rino Costa.
Soddisfatta Hélène de Franchis, titolare della veronese Studio la Città che oltre ad alcuni dei suoi storici artisti, come Jacob Hashimoto, Alberto Garutti o Lynn Davis, ha portato diversi giovani, come Federico Borroni o Filippo Rizzonelli, «di ciascuno dei quali, con grande soddisfazione, ho venduto opere», anche con uno stand «project» dove Tracey Snelling ha conquistato il premio Marval Collection. Altri quindici premi sono stati distribuiti, tra i quali A disposizione, il fondo di acquisizioni della fiera, andato a Federico Lanaro di Studio Raffaelli che nella sede di Trento ha in corso la sua personale. Dallo stand della galleria si dichiara soddisfazione per una buona incidenza di vendite nella fascia tra 5 e 15mila euro. Il premio Icona, per l’opera che sarà la copertina della prossima edizione, è andato a Mats Bergquist grazie ad lavoro presentato nello stand di Atipografia di Arzignano (Vicenza) e dove l’artista che ha avuto maggior successo è stato il vicentino Diego Soldà. Due premi incassa la galleria Boccanera di Trento: ArteMuseo è stato conferito dalla GAM Achille Forti all’artista Ivano Troisi e il Premio Fondazione The Bank per la pittura è andato a Davide Quartucci ex aequo con Chiara Calore e Alessandro Giannì. Soddisfazione anche per Candy Snake Gallery di Milano, con uno stand dedicato al ritratto nella sezione Innova, che, alla sua terza partecipazione, ha registrato vendite di piccole opere entro i 2500 euro di due artisti nuovi e giovani, Riccardo Albiero e Helen Bezhen entrambi nati nel ’96, e di Agostino Rocco, mid career. Delusione invece per Michela Rizzo di Venezia che, tra le altre, aveva portato opere di Fabio Mauri, artista a cui ArtVerona ha dedicato lo spazio Habitat con la serie completa degli «Zerbini». Bilancio positivo per Maria Livia Brunelli di Ferrara con vendite dai 2mila ai 26mila del duo imolese Bertozzi&Casoni. Intanto in città proseguono le mostre realizzate in collaborazione con ArtVerona: alla Galleria d’Arte Moderna Achille Forti fino al 30 marzo «Mario Merz. Il numero è un animale vivente», a cura di Patrizia Nuzzo e Stefano Raimondi, direttore artistico che ha firmato la sua quinta e ultima edizione di ArtVerona. A Castel San Pietro si può visitare fino al 10 novembre «Tomorrows. A Land of water», a cura di Jessica Bianchera e Marta Ferretti. C’è qualcuno che pensa, come Francesco Pandian titolare della galleria Artericambi di Verona, che gli eventi collaterali dovrebbero essere potenziati o che «bisognerebbe avere il coraggio di ingranare una marcia in più, perché la fiera ha buone potenzialità», come sostiene Hélène de Franchis.
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