Si svolge dal 13 aprile al primo settembre, con l’emblematico titolo «Spaces of Possibility», l’edizione 2024 della Triennale di Bruges (Tribru24; triennalebrugge.be), che prosegue la serie iniziata nel 1968, interrotta nel 1974 e ricominciata nel 2015. Obiettivo della manifestazione (un'iniziativa di Brugge Plus Npo, commissionata dalla città di Bruges in collaborazione con i partner culturali Cultuurcentrum Brugge, De Republiek, Het Entrepot e Musea Brugge) è portare l'arte e l'architettura contemporanea nel centro storico della città, patrimonio Unesco dal 2000, tramite grandi installazioni che offrono ai visitatori percorsi liberi e invitano a una dimensione sociale della fruizione artistica.
Dopo tre edizioni in cui la Triennale ha indagato i temi «La città come megalopoli» (2015), «Città Liquida» (2018) e «Bruges tra sogno e trauma» (2021), le curatrici Shendy Gardin e Sevie Tsampalla, che assumono l’incarico per questa edizione, si interrogano su come anche in una città patrimonio Unesco, in cui la conservazione è centrale e il non costruire spesso una necessità, sia possibile affrontare i concetti di sostenibilità e cambiamento, e su come l’arte e l’architettura contemporanee possano offrire nuove occasioni ponendosi come catalizzatori di un processo il più possibile condiviso. Centrale appare infatti il ruolo dello spazio pubblico come luogo di movimento, incontro, creatività e libertà anche in una città come Bruges, che ha cambiato nel corso dei secoli status e immagine passando da metropoli medievale a sogno neogotico, fino a diventare l’attuale destinazione turistica in cerca di fuga dalla pressione di massa.
Gardin e Tsampalla hanno selezionato 12 artisti e architetti. I creativi belgi Adrien Tirtiaux e Traumnovelle sono affiancati dal team di architettura Studio Ossidiana di Rotterdam, fondato dagli italiani Bellotti e Covini, dal colombiano Ivan Argote, dalla celebre artista libanese Mona Hatoum, dal tailandese Bangkok Project Studio, dalla messicana Mariana Castillo Deball e dal britannico Ivan Morison. Il Giappone è rappresentato dagli architetti Shingo Masuda + Katsuhisa Otsubo, mentre Norell/Rodhe partecipa per la Svezia e SO-IL per gli Stati Uniti. Alla scoperta del potenziale latente della città, la proposta curatoriale non si concentra solo sul centro storico, ma propone installazioni anche nei quartieri di West Bruges e Zeebrugge, recentemente investiti da importanti trasformazioni urbane come la riqualificazione dell’area di 't Zand (West 8, 2018), la costruzione di un nuovo Meeting & Convention Center (Eduardo Souto de Moura e Meta architectuurbureau, 2021) e l'ampliamento del porto di Zeebrugge, dove l'ex villaggio polder è diventato il porto marittimo di Anversa-Bruges, tra i più grandi d'Europa.
Tra i fiori all’occhiello della manifestazione, la mostra «Rebel Garden» esamina l'impatto dell'uomo sulla natura coinvolgendo le tre diverse sedi del Groeningemuseum (il museo più importante di Bruges), del Gruuthusemuseum (tempio locale delle arti applicate e decorative dal XIII al XIX sec.) e del celebre Museo Ospedali di San Giovanni. Accanto al concetto di giardino come simbolo di cura e creazione la mostra affronta temi di stringente attualità come il riscaldamento climatico, la sesta estinzione di massa e l'attivismo ambientale. Opere firmate da Roger Raveel, Emile Claus e Otobong Nkanga provenienti dalle collezioni pubbliche locali, i Musea Brugge, sono accostate ad altre di oltre 50 artisti contemporanei internazionali, tra cui Guillaume Bijl, Christine Ödlund, Rose Wylie, Per Kristian Nygård e Giuseppe Penone.