«The Blue Rigi, Sunrise» (1842) di William Turner

© Tate

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«The Blue Rigi, Sunrise» (1842) di William Turner

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Al Grimaldi Forum l’eredità sublime di William Turner

Nel centro congressi del Principato di Monaco una panoramica sull’opera del maestro del Romanticismo affiancata da lavori di artisti moderni e contemporanei che a lui si sono ispirati

In un suo noto trattato del 1757, il pensatore inglese Edmund Burke definì il «sublime» come tutto ciò che suscita le emozioni più estreme, al contempo il fascino e l’orrore. E nella storia della pittura paesaggistica, il «maestro del sublime» è Turner. È da questo presupposto che nasce la mostra del Grimaldi Forum presentata, dal 6 luglio al primo settembre, in collaborazione con la Tate di Londra, che ha prestato una selezione importante di tele e opere su carta, acquerelli e gouache. Un’ottantina di prestiti circa in tutto, tra cui alcuni dei lavori più suggestivi di Turner, come «The Blue Rigi, Sunrise» (1842) e le vedute di Venezia, del Palazzo dei Dogi e della Basilica della Salute. 

Ma se la mostra, dal titolo «Turner. L’eredità sublime», offre una panoramica dell’opera di Joseph Mallord William Turner (1775-1851), genio della luce e della trasparenza, dai primi acquerelli del 1790, segnati dalle influenze di coloristi come Poussin, Rembrandt, Tiziano, alle tele più personali del 1840, riflette anche sull’eredità di Turner nell’opera di artisti moderni e contemporanei. Il museo di Monaco accoglie dunque una trentina di lavori di 15 artisti, tra cui John Akomfrah, Olafur Eliasson, Richard Long, Cornelia Parker, Peter Doig, Katie Paterson e Mark Rothko o ancora Jessica Warboys. «Sebbene l’influenza di Turner sull’arte occidentale sia indiscutibile, non tutti gli artisti contemporanei che presentiamo si sono direttamente ispirati a lui. Alcuni gli fanno eco in modo esplicito, altri presentano elementi comuni, nella rappresentazione per esempio di uno stesso soggetto. In altri casi ancora, adottano un approccio completamente diverso nel rapporto con la natura, spiega la curatrice Elisabeth Brooke. Tutti gli artisti della mostra presentano un rapporto forte con la natura e un approccio innovativo del medium che utilizzano». Così, per esempio, «Il cerchio di ardesia» (1979), opera emblematica di Long è accostato alla tela di Turner «Mattina tra i Coniston Fells, Cumberland» (1798). Il museo presenta anche il dittico di Doig «Ski Jacket» (1994), che si interessa alla luminosità delle montagne, e la serie «The glacier melt» (1999-2019) di Eliasson.

«Slate Circle» (1979) di Richard Long. © Adagp, Paris, 2024 © Tate

Luana De Micco, 04 luglio 2024 | © Riproduzione riservata

Al Grimaldi Forum l’eredità sublime di William Turner | Luana De Micco

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