Enrico Tantucci
Leggi i suoi articoliLa gentilezza. La curiosità intellettuale. La grande passione per l’arte e per il suo lavoro che non le è mai venuta meno. Sono tre dei tratti distintivi che caratterizzavano Annalisa Scarpa Sonino, scomparsa domenica a Venezia a 73 anni, per una malattia che aveva saputo gestire nel tempo con lo stesso impegno e discrezione dedicati alla sua opera di storica dell’arte e curatrice.
Nata l’1 novembre 1951, Scarpa Sonino si era laureata in Storia dell’Arte all’Università di Venezia e si era specializzata alla Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica dell’Archivio di Stato, seguendo poi il corso di perfezionamento in Storia dell’Arte dell’Università degli Studi di Padova. Intensa anche la sua attività di ricerca e di docenza. La sua passione erano il Seicento e, soprattutto, il Settecento veneziano, ai cui interpreti aveva dedicato numerose pubblicazioni, come la monografia su Marco Ricci (1991), quella su Jacopo Amigoni (1994), e prima ancora il volume dedicato a Venezia attraverso i grandi incisori del Settecento (1980).
Era però Canaletto una delle sue passioni, tanto da essere riuscita nel 2013 a far esporre nella veneziana Fondazione Buziol «L’entrata nel Canal Grande dalla Basilica della Salute», proprio là, nel chiostri dell’Abbazia di San Gregorio (sede della Fondazione), dove il grande vedutista veneziano l’aveva dipinto. Per la Fondazione Musei Civici, nel 2016 aveva curato al Museo Correr la grande esposizione dedicata a Ippolito Caffi, il pittore ottocentesco di origine bellunese ma trapiantato a Venezia che era riuscito a modernizzare il vedutismo lagunare del Settecento, in cui credeva moltissimo. Da ricordare anche la mostra «Arte e Vino» al Palazzo della Gran Guardia di Verona, l’anno prima.
L’attività di Annalisa Scarpa Sonino non si era però mai interrotta anche nel suo ruolo di curatrice della Collezione Terruzzi, di responsabile culturale della Fondazione Anna Fiamma Terruzzi a Milano e di direttrice della Fondazione Terruzzi-Villa Regina Margherita a Bordighera (Im). Una collezione messa insieme dall’imprenditore Angelo Guido Terruzzi (scomparso nel 2009) che per qualche giorno, prima dell’entrata in scena di Françoise Pinault, fu il proprietario virtuale di Palazzo Grassi. Nella raccolta Terruzzi il Settecento aveva largo spazio, pur arrivando fino alla contemporaneità. La storica dell’arte veneziana l’aveva riordinato e ne aveva curato la valorizzazione.
Annalisa Scarpa Sonino è stata molto amata, e stimata, non solo dai suoi familiari, per la serietà e la tenace dolcezza con cui difendeva le sue idee e i suoi progetti, con un forte impegno civile. Per questo mancherà a molti.
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