Image

Questo dipinto (dettaglio), intitolato «In Search of Peace» (2022), è stato realizzato in segreto da un importante artista afghano abbandonato in Afghanistan nonostante oltre un decennio di collaborazione con gli alleati occidentali. Con i colori della bandiera afghana sullo sfondo, l’artista mostra figure coperte e nude con i volti in preda al panico, urlanti e senza ordine per esprimere il sentimento caotico presente nel Paese

Image

Questo dipinto (dettaglio), intitolato «In Search of Peace» (2022), è stato realizzato in segreto da un importante artista afghano abbandonato in Afghanistan nonostante oltre un decennio di collaborazione con gli alleati occidentali. Con i colori della bandiera afghana sullo sfondo, l’artista mostra figure coperte e nude con i volti in preda al panico, urlanti e senza ordine per esprimere il sentimento caotico presente nel Paese

A un anno dalla conquista talebana dell’Afghanistan, un volo di aquiloni

Il Festival della memoria, caratterizzato da narrazione, musica, poesia e danza, mira a sensibilizzare l’opinione pubblica sulle persistenti difficoltà della popolazione

Sarvy Geranpayeh

Leggi i suoi articoli

Per celebrare un anno dalla presa di potere dei Talebani a Kabul e in solidarietà con il popolo afghano, il 20 agosto viene lanciato nel Regno Unito e in Europa un festival di aquiloni, narrazione, musica, poesia e danza. «Fly With Me» è un festival gratuito organizzato da artisti afghani e dal Good Chance Theatre che si svolgerà in 16 località del Regno Unito e dell'Europa.

I partecipanti potranno prendere parte a laboratori di costruzione di aquiloni e di narrazione e riunirsi per festeggiare il volo degli aquiloni. «In Afghanistan, gli aquiloni occupano uno spazio unico tra forma d’arte e sport nazionale. Sono un simbolo universale di espressione, abilità e orgoglio culturale», afferma Sanjar Qiam, maestro aquilonista e rifugiato afghano residente nel Regno Unito, uno dei co-organizzatori del festival Fly With Me.

«Fly With Me è un atto di solidarietà con il popolo afghano e un’opportunità per tutti noi di riunirci e sentire tra le dita le corde che ci legano a questo incredibile Paese, alla sua cultura e alla sua gente», dice Qiam. Gli organizzatori del festival chiedono inoltre al governo britannico di trattare tutte le persone in cerca di asilo in modo equo e paritario e di trattare i rifugiati afghani con lo stesso rispetto e la stessa disponibilità dimostrata nei confronti dei rifugiati ucraini.

Afghanistan, un anno dopo
Il 15 agosto 2021, due settimane prima del previsto ritiro delle truppe statunitensi dall’Afghanistan e dopo mesi di intensi combattimenti tra l’esercito afghano e le forze talebane, la guerra si è interrotta bruscamente quando si è diffusa la notizia che il presidente, Ashraf Ghani, era fuggito dal Paese.

I combattenti talebani sono entrati a Kabul senza incontrare molta resistenza e poco dopo hanno annunciato di essere i nuovi governanti del Paese. La rapida presa di potere ha scatenato il panico in tutto l’Afghanistan, soprattutto tra coloro che avevano trascorso anni a lavorare con gli alleati occidentali, tra cui artisti e personalità della cultura afghana.

Decine di migliaia di afghani si affannarono a cercare disperatamente una via d’uscita dal Paese nel tentativo di sfuggire alle persecuzioni dei Talebani. Tuttavia, solo una parte di coloro che erano in pericolo è riuscita effettivamente a fuggire. A un numero limitato di artisti e personalità della cultura è stato concesso l’accesso ai voli di evacuazione dal Paese.

La maggior parte si è recata in Francia, la cui comunità intellettuale si è mobilitata a favore degli artisti e ha fatto pressione sulle autorità locali affinché fornissero assistenza. Poiché l’arte non era riconosciuta dagli alleati occidentali come un campo che metteva a rischio le vite umane, gli artisti, tra cui controversi artisti visivi, musicisti, docenti universitari, attori e registi famosi, sono stati lasciati indietro.

Con il ricordo ancora fresco nelle loro menti di come sono furono picchiati, torturati e uccisi al tempo dell’ultimo governo talebano, molti artisti hanno distrutto le loro opere d’arte, seppellito strumenti musicali e si sono nascosti per evitare di essere scoperti e puniti per il loro lavoro e per aver collaborato con gli infedeli. Senza speranza, in pericolo e senza futuro, un gruppo di importanti artisti e personalità culturali afghane ha scritto una lettera aperta ai principali leader mondiali nel dicembre 2021, chiedendo di essere salvati.

I sostenitori dell’arte e gli attivisti hanno lavorato instancabilmente per attirare l’attenzione sulla loro situazione e per convincere il governo britannico e gli altri alleati occidentali a contribuire all’evacuazione delle persone in pericolo. Ma il tutto non ha avuto successo. Mentre murales e altri segni artistici venivano rimossi dai talebani dalla vista del pubblico, i sostenitori del patrimonio culturale hanno iniziato a lanciare un allarme sugli scavi e i saccheggi illegali nella Valle di Bamiyan, inserita nel 2003 nella lista del Patrimonio dell’Umanità Unesco in pericolo.

Sotto pressione, i Talebani, che hanno cercato di presentarsi come un gruppo cambiato e moderno, hanno interrotto gli scavi vicino alla scogliera, che un tempo ospitava le statue del Buddha del VI e VII secolo prima che venissero distrutte proprio dai Talebani nel 2001. Tuttavia, il nuovo governo talebano non dispone di alcun organo di controllo per far rispettare le leggi e le restrizioni introdotte per salvaguardare la valle e i suoi tesori.

Di conseguenza, l’area un tempo fortemente protetta è soggetta a costruzioni ed attività illegali che continuano a minacciare di danneggiare il sito. La prima vera prova del governo talebano è arrivata nel giugno 2022, quando un potente terremoto ha devastato numerosi villaggi dell’Afghanistan orientale, uccidendo più di 1.000 persone e ferendone numerose altre migliaia. La risposta iniziale del nuovo governo è stata lenta e caotica. Gli sforzi si sono poi intensificati con l’intervento delle agenzie di soccorso internazionali. Non si sa se il terremoto abbia danneggiato qualche sito archeologico.

Un futuro incerto
Con il rafforzamento della morsa talebana nel Paese, le conquiste ottenute negli anni, soprattutto per quanto riguarda i diritti delle donne e la libertà di espressione, sono state annullate. Le università hanno vietato la musica e la scultura. Entrambi i dipartimenti sono stati smantellati e gli studenti sono stati costretti a trasferirsi in altri dipartimenti artistici, come quello di grafica.

Alle donne è stato ordinato di indossare abiti neri larghi e lunghi quando si trovano nel campus. I docenti e gli istruttori d’arte sono stati avvertiti di non includere figure umane nei loro programmi, pena una punizione, e gli studenti d’arte rimangono nel limbo del futuro in un Paese che ha praticamente bandito le arti. Negli ultimi mesi la Germania ha compiuto passi per (provare a) salvare l’arte e la cultura afghana, concedendo l’ingresso a numerosi artisti e personalità culturali afghane provenienti da diversi contesti, con la promessa di fare di più nei prossimi mesi.

Tuttavia, la procedura di accettazione rimane un mistero e sembra affidarsi alle raccomandazioni di gruppi o individui fidati con legami con il ministero degli Esteri. Gli stessi artisti afghani non possono contattare nessuno per presentare il proprio caso. Tuttavia gli sforzi sono benvenuti, poiché la Germania sembra essere l’unico Paese che attualmente fornisce assistenza alla comunità artistica afghana.

Con gli Stati Uniti, il Regno Unito e altri governi occidentali che si rifiutano ancora di riconoscere ufficialmente il governo dei Talebani l’Afghanistan, che dipende dagli aiuti esteri per circa l’80% della sua spesa pubblica, rimane isolato nel mezzo di una delle peggiori crisi umanitarie del mondo.

«Costruendo e facendo volare gli aquiloni secondo la tradizione afghana, manovrati da afghani che si sono rifatti una vita in Europa, saremo solidali con gli afghani nell'ultimo affronto alla loro libertà e ricorderemo al mondo la devastante crisi umanitaria ancora in corso nel paese», affermano Joe Murphy e Joe Robertson, co-direttori artistici del Good Chance Theatre. Non resta che guardare gli aquiloni librarsi, sperando che questo muova le coscienze di tutti.
 

Questo dipinto (dettaglio), intitolato «In Search of Peace» (2022), è stato realizzato in segreto da un importante artista afghano abbandonato in Afghanistan nonostante oltre un decennio di collaborazione con gli alleati occidentali. Con i colori della bandiera afghana sullo sfondo, l’artista mostra figure coperte e nude con i volti in preda al panico, urlanti e senza ordine per esprimere il sentimento caotico presente nel Paese

Sanjar Qiam, maestro aquilonista e rifugiato afghano ora residente nel Regno Unito, è uno dei co-organizzatori del festival Fly With Me

Sarvy Geranpayeh, 19 agosto 2022 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

«L’arte permette alle persone di evadere», ma molte gallerie hanno chiuso e gli artisti sono fuggiti sulle montagne o all’estero

Un disegno di legge amplia la giurisdizione dell’Autorità israeliana per le antichità sui siti dei territori occupati dai palestinesi, ma viola le leggi locali e il diritto internazionale e potrebbe portare a sanzioni contro Israele

Il Governo incrementa il sostegno ai progetti di restauro, di cui c’è un disperato bisogno, ma nuove leggi repressive cancellano donne e ragazze dalla vita pubblica dell’Afghanistan

Le restrizioni alla libertà delle donne imposte dai talebani, la fuga delle competenze e il crollo dell’economia limitano sempre di più le opportunità di istruzione superiore: 250 studenti e solo uomini, invece dei mille di prima del 2021

A un anno dalla conquista talebana dell’Afghanistan, un volo di aquiloni | Sarvy Geranpayeh

A un anno dalla conquista talebana dell’Afghanistan, un volo di aquiloni | Sarvy Geranpayeh