Andrea Merlotti
Leggi i suoi articoliPer secoli la musica è stato uno dei principali linguaggi delle corti d’Europa dove si eseguivano concerti di ogni genere e la musica scandiva diversi momenti della vita quotidiana. Le corti e i loro teatri ebbero un ruolo determinante nella fortuna e diffusione dell’opera. Fra ’500 e ’700 furono moltissimi i compositori e i musicisti chiamati a lavorare in una o più di esse. Il servizio di un sovrano era l’approdo più ambito per la vasta congerie di musicisti italiani che fra ’600 e ’700 lasciavano la Penisola cercando una sistemazione degna della loro arte.
La riscoperta della musica barocca che ha caratterizzato gli ultimi decenni ha quindi trovato nelle residenze europee un naturale spazio d’espressione. A Versailles la Reggia e il Centre de musique baroque, fondato nel 1987, danno vita da tempo a importanti progetti, che trovano nel teatro e nelle sale un magnifico e degno scenario. A Bayreuth, lo splendido teatro di corte dei margravi (restaurato nel 2018) è divenuto sede dal 2021 di un lussureggiante Barock-Festspiele, che pare aver fatto della riscoperta dell’opera napoletana il proprio obiettivo (di Porpora e Vinci i titoli principali delle due prime stagioni).
Gli esempi potrebbero continuare portandoci più o meno in tutta Europa, ma non nella Penisola. Nonostante, infatti, la musica barocca sia intimamente legata all’Italia, la sua riscoperta non vi ha attecchito come in altri Paesi. Indagare le ragioni di ciò porterebbe lontano. Qui mi interessa notare che le regge italiane non hanno dato il via a progetti comparabili con quelli delle loro omologhe europee. Uno dei più interessanti casi di valorizzazione del patrimonio musicale messo in atto da un palazzo reale europeo è quello in corso nelle regge portoghesi. Nel 2014 è stato fondato il Divino Sospiro - Centro de estudos musicais setecentistas de Portugal con lo scopo di far rivivere le attività musicali nelle tre regge di Sintra, Queluz e Pena.
Da allora, il Centro, guidato dall’italiano Massimo Mazzeo, ha sviluppato un’intensa attività di produzione musicale, soprattutto a Queluz, sua sede principale con la riscoperta dell’ingente patrimonio musicale della corte lusitana, riportando all’onor del mondo compositori portoghesi e italiani. Parallelamente, il Centro, il cui responsabile scientifico è la bulgara (naturalizzata portoghese) Iskrena Yordanova, ha sviluppato una serie di convegni europei, l’edizione dei cui atti (Cadernos de Queluz) è stata assunta dall’editore viennese Hollitzer.
Tali volumi, con le edizioni di partiture, svolte in collaborazione con l’Istituto Italiano per la storia della musica, e la qualità delle stagioni musicali, hanno conquistato al Centro un posto di rilievo, attestato anche dalla collaborazione, iniziata nel 2021, con il Centre de musique baroque de Versailles che ha dato vita a un progetto che ha portato all’esecuzione a Parigi e a Versailles di opere di compositori attivi alla corte lusitana. Un esempio, quello portoghese, che piacerebbe vedere ripreso anche in Italia.
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