«You and your things» (2022) di Louis Fratino

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«You and your things» (2022) di Louis Fratino

A Prato l’erotismo opulento di Louis Fratino

Nel Centro Luigi Pecci la prima personale dedicata da un’istituzione all’artista statunitense: oltre 30 dipinti e 20 opere su carta spesso dedicati a scene di intimità sessuale

Dal 26 settembre al 2 febbraio 2025 il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci presenta la mostra «Satura», a cura di Stefano Collicelli Cagol, prima personale dedicata da un’istituzione all’opera dell’artista statunitense Louis Fratino (Annapolis, Md, 1993), una delle presenze più significative della Biennale Arte 2024, «Stranieri Ovunque-Foreigners Everywhere», diretta da Adriano Pedrosa. Oltre 30 dipinti e più di 20 opere grafiche tra disegni e litografie, con alcuni lavori inediti concepiti per la mostra. 

Il titolo rimanda al latino «Satura Lanx», un piatto da portata riempito con diverse primizie per essere offerto agli dèi, termine con cui si definisce un genere letterario caratterizzato da una varietà di stili. Unito al significato letterale e metaforico della parola in italiano («essere pieni»), «Satura» fa riferimento alla ricchezza di colori, all’opulenza materica e alla varietà di media esplorati da Fratino, il quale, oltre ad avere antenati in Molise, ha tratto dall’Italia ispirazioni multiple per il suo immaginario intrigante. Egli si nutre infatti delle visioni di paesaggi di Roma, Milano, Genova e della costa tirrenica, riattiva la tradizione modernista con molti spunti da artisti italiani del ’900, ma scandaglia anche con grande sensibilità l’opera di letterati e registi del nostro Paese. 

«Si tratta di una mostra molto attesa, spiega Stefano Collicelli Cagol, perché Fratino è un artista dal linguaggio riconoscibile, che può interessare un pubblico di appassionati ma anche di curiosi offrendo un’esperienza estetica unica. Le sue relazioni con arte, poesia e cinema sono ben analizzate dai saggi commissionati per l’occasione nel catalogo Mousse Publishing, bello anche come oggetto in sé». Tre di questi scritti sono a firma di giovani ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa: «Ci ho tenuto a riallacciare una tradizione italiana di rapporti tra il museo e istituzioni universitarie», precisa il curatore, che è anche direttore del Centro Luigi Pecci. 

Giorgio di Domenico analizza così il rapporto di Fratino con la bellezza e la poesia di Sandro Penna; Filippo Bosco esamina le relazioni con la pittura degli anni Trenta (Filippo de Pisis, Mario Mafai, Costantino Nivola, Felice Casorati, Carlo Carrà, Fausto Pirandello e Guglielmo Janni), mentre Sara Portesine si concentra sulle relazioni con Penna, Patrizia Cavalli e Pier Paolo Pasolini. Quanto a Michele Bertolino, affronta, in chiave autofiction, la dimensione più erotica di Fratino, con l’aggiornamento alle teorie queer. La mostra documenta infine l’interesse di Fratino per Mario Mieli (Milano 1952-83, attivista, scrittore e teorico degli studi di genere), conosciuto attraverso la traduzione dei suoi testi del 2018, per la visione di intimità erotica ma anche delle relazioni famigliari negli interni domestici che caratterizza diverse sue scene dipinte.

«Four Poster Bed» (2021) di Louis Fratino

Laura Lombardi, 24 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

A Prato l’erotismo opulento di Louis Fratino | Laura Lombardi

A Prato l’erotismo opulento di Louis Fratino | Laura Lombardi