Laura Lombardi
Leggi i suoi articoliSi è inaugurata il 21 ottobre la nuova sede del Kunsthistorisches Institut in Florenz - Max-Planck-Institut (Khi), in via Gustavo Modena. Come in una sorta di campus, sorge a poche centinaia di metri dalle altre sedi dell’istituto in via Giuseppe Giusti (Palazzo Capponi-Incontri, dal 1964, e Casa Rosselli, dal 1971) e in via Gino Capponi (Casa Zuccari, dal 1987, riservata a uffici amministrativi e sale per convegni). Punto di riferimento imprescindibile per la comunità scientifica internazionale di studiosi di storia dell’arte e dell’architettura, in un orizzonte transculturale e globale, l’istituto tedesco si caratterizza, come precisa il direttore esecutivo Gerhard Wolf, per la sua «ricerca storica consapevole dei problemi di oggi, dalla necessità di un turismo sostenibile agli intrecci tra cura dei monumenti, arte e crisi ecologica».
Fondato nel 1897 e dal 2002 parte della Società Max Planck, il Khi propone e sostiene studi che spaziano da progetti su singoli artisti al design, l’intelligenza artificiale, l’architettura i sistemi decorativi medievali, la storia urbana rinascimentale e moderna, fino alla botanica, l’ecologia, il Mediterraneo e le catastrofi, il patrimonio e il turismo come ambiti d’indagine storico-artistica, le teorie dell’immagine, degli oggetti e dei media. Senza dimenticare i progetti con artiste e artisti contemporanei, per esempio Armin Linke, Antonio Di Cecco e muSa Michelle Mattiuzzi. Nella nuova sede accoglie la collezione di 630mila fotografie documentarie sulla storia dell’arte e dell’architettura italiana, e oltre 160mila volumi dedicati alla storia dell'arte.
L’edificio di quattro piani di via Gustavo Modena fu costruito nell’area oggetto dei vasti interventi urbanistici attuati da Giuseppe Poggi per Firenze nuova capitale del Regno (1865-71); prima di essere acquistato all’asta dalla Fondazione Max Planck nel 2015, era di proprietà della Regione Toscana. Il progetto di ristrutturazione è stato coordinato dalla Passaleva Associati, sotto la direzione di Marco e Michele Passaleva, in stretta collaborazione con il Dipartimento Edilizia del Max Planck Group e con lo stesso Khi. I lavori, avviati nel febbraio 2021, su una superficie lorda di circa 2.400 metri quadrati, si sono conclusi, per la parte strutturale, a marzo 2024, mutando al minimo la struttura esistente, anzi riportandola il più possibile allo stato originario modificato da interventi novecenteschi.
Il trasloco ha permesso anche la riorganizzazione degli spazi nella sede della biblioteca in via Giusti, rimasta sempre aperta agli studiosi, sebbene praticamente ogni volume sia stato movimentato. Per il materiale fotografico (che dal 2010 era al piano nobile, in affitto, di Palazzo Grifoni Budini Gattai in piazza Santissima Annunziata) sono state create due celle climatizzate per la conservazione dell’archivio dei negativi fotografici, con circa 55mila tra pellicole in acetato o poliestere e lastre di vetro (dagli anni Sessanta dell’800 fino ad oggi) progettate avvalendosi dell’expertise dell’Istituto Fraunhofer per la Fisica degli Edifici di Stoccarda, ma vi sono anche uno studio di posa e laboratori fotografici analogici e digitali. I 160mila volumi spostati al piano interrato sono collocati in spazi dotati di scaffalature compattabili su rotaia: vi sono oltre 50mila volumi di periodici, una collezione che, con circa mille riviste in abbonamento, è in costante ampliamento. Trasferite in via Gustavo Modena anche le sezioni dedicate agli artisti italiani nati dopo il 1890 (tra cui un fondo speciale sul Futurismo), alle mostre di artisti contemporanei italiani e l’ampia sezione di storia dell’arte generale. Un sistema di trasporto permette agli utenti di ordinare e ricevere libri da una sede all’altra.
Al terzo piano sono attivi due dei tre gruppi di ricerca del Khi: «Ethico-Aesthetics of the Visual» diretto dalla storica dell’arte e filosofa Hana Gründler, che indaga le relazioni tra arte, visualità ed etica, mentre il gruppo «Coded Objects» (nell’ambito del programma di eccellenza «Lise Meitner» della Società Max Planck) diretto dall’architetta e storica dell’architettura Anna-Maria Meister, studia come gli oggetti di uso quotidiano vengano «programmati» attraverso il design, esaminando le tracce materiali dei processi che li hanno creati.
Al piano terra oltre alle sale per seminari e riunioni c’è l’Ufficio Famiglia, molto ben attrezzato, mentre al primo piano un’ampia lounge con una cucina e una grande terrazza. Notevole cura è stata riservata al giardino, che ha al centro un magnifico esemplare di magnolia, preesistente. In occasione dell’inaugurazione sono state esposte alcune delle fotografie realizzate da Bärbel Reinhard, Martino Marangoni, Daniela Tartaglia e Giuseppe Toscano (Fondazione Studio Marangoni) durante i lavori di ristrutturazione del palazzo, mentre la mostra «Transitions: Via Modena 13» è visitabile online sul sito della Fototeca
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