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10 passi verso Artissima | Pier Luigi Pizzi

10 personalità d’eccezione raccontano la loro «Transformative Experience» in attesa della fiera d’arte contemporanea

Cristina Giopp

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Artissima si prepara a inaugurare la sua 29esima edizione, dal 4 al 6 novembre 2022, presso l’Oval Lingotto di Torino. La principale fiera italiana d’arte contemporanea, quest’anno diretta da Luigi Fassi, fa il suo atteso ritorno con 174 gallerie italiane e internazionali, 4 sezioni consolidate (Main Section, New Entries, Monologue/Dialogue e Art Spaces & Editions) e 3 sezioni curate (Disegni, Present Future e Back to the Future) che rimarcano la rilevanza internazionale e confermano un forte segnale di continuità nonché di proiezione al futuro.

Il tema che farà da filo conduttore è «Transformative Experience», un concetto elaborato dalla filosofa americana L.A. Paul e pubblicato nell’omonimo testo da Oxford University Press. Secondo l’autrice un’esperienza trasformativa è un evento che, senza poter essere valutato in anticipo, può cambiare radicalmente la persona che lo vive, mettendone in crisi le aspettative prefigurate razionalmente e aprendo la prospettiva verso l’ignoto. Essere aperti al cambiamento, cogliendo le continue innovazioni e i sempre nuovi scenari che si dispiegano di fronte a noi, è da considerarsi ormai un carattere indispensabile delle persone che vivono il proprio tempo.

E allora, in attesa che Artissima apra le porte, andiamo alla scoperta del tema in 10 passi, intervistando 10 personalità che si sono distinte ognuna nel proprio campo e la cui esperienza può essere d’ispirazione. Quale scelta di vita, fatto o evento li ha cambiati profondamente, rendendoli persone diverse? Insomma, qual è stata la loro «Transformative Experience».

Questa settimana è la volta di di Pier Luigi Pizzi, regista teatrale, scenografo e costumista, nonché collezionista d’arte.

La sua storia in 3 righe.
Ho già compiuto novant’anni. Da più di settanta faccio il mestiere del teatro. Regista, scenografo, costumista. Allemandi ha pubblicato due volumi sul mio lavoro. Inventore di teatro e Bis per chi vuol saperne di più. Ho sempre saputo che il Teatro, coi suoi artifici, poteva insegnarmi a costruire un mondo mio fatto di sogni, da percorrere con l’immaginazione. Ma anche un mezzo per far passare idee, lanciare messaggi e ricevere risposte immediate. Terra d’avventure e fermenti in sintonia con le urgenze, le curiosità e gli entusiasmi di un giovane impaziente.

Qual è stata la sua «Transformative Experience» culturale?
Tante, durante tutto il percorso operativo, e ancora oggi. Dirò di una particolarmente significativa. All’inizio degli anni Sessanta un viaggio in Giappone ha cambiato la mia estetica. A Kyoto, considero i giardini Zen una lezione fondamentale di filosofia, rigore, sintesi, spiritualità. A questa scoperta è dovuta una svolta importante del mio lavoro, orientato verso la sottrazione, l’essenzialità. Primo risultato l’ambientazione post-cubista de «Il gioco delle parti» di Pirandello per la mitica Compagnia dei Giovani.

Con quale artista (vivente e non) le piacerebbe prendere un caffè ad Artissima e perché?
Non per un caffè, non ne bevo, ma per riprendere un discorso costruttivo da proiettare nel futuro, rivedrei Anselm Kiefer, l’artista contemporaneo che più mi ha colpito negli ultimi anni, a smentire il preconcetto che la grande pittura non esiste più. Invito chi non ha visto il suo geniale intervento nella sala dello Scrutinio, di precipitarsi a Venezia, Palazzo Ducale. Mi dicono che è prolungato fino a gennaio. Da non perdere.

Cristina Giopp è storica dell’arte e divulgatrice (Ig: thegirlinthegallery)

Qui gli altri 10 passi già pubblicati:
1. Luigi Fassi
2. Alessio Vannetti
3. L.A. Paul
4. Ohad Naharin
5. Andrea Molaioli
6. Pier Luigi Pizzi
7. Matteo Thun
8. Emilio Re Rebaudengo
 

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Cristina Giopp, 14 ottobre 2022 | © Riproduzione riservata

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