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L’ingresso della fiera Art Cologne

Cortesia di Giorgio Guglielmino

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L’ingresso della fiera Art Cologne

Cortesia di Giorgio Guglielmino

Colonia: la fiera delle vere meraviglie

La rassegna tedesca, la più antica d’Europa, ha mostrato al pubblico la produzione artistica nazionale che colpisce per varietà e qualità

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Giorgio Guglielmino

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Siete stufi delle fiere d’arte che si sono trasformate in Luna Park? Non vi interessano più le presentazioni dei direttori che illustrano decine di attività complementari diffuse in giro per la città? Non sopportate le persone che vanno alle preview magari comprando salati biglietti di ingresso, come accade a Frieze, solo per presenziare ad un evento mondano? Allora andate alla fiera di Colonia e ritroverete lo spirito che dovrebbe essere alla base di ogni fiera d’ arte: stand di gallerie che espongono il meglio della produzione dei loro artisti per la gioia di collezionisti e curatori. Punto e basta, senza fronzoli inutili, senza invenzioni forzate per voler apparire originali a tutti i costi. Art Cologne è proprio così, una fiera di altissima qualità indirizzata a chi desidera acquistare arte. La 57ma edizione di Art Cologne che ha avuto luogo dal 7 al 10 novembre è stato un successo, in controtendenza rispetto alle fiere in giro per l’Europa degli ultimi due mesi. L’ assenza delle mega gallerie (Gagosian, Hauser & Wirth, Zwirner) non solo non ha nuociuto, ma anzi ha fatto si che l’attenzione del pubblico specializzato si concentrasse senza essere distratti dalle abituali trovate ad effetto con stand sold out dopo un’ora dalla apertura e opere vendute (nella maggior parte dei casi pre-vendute) a 10 o 15 milioni di euro.

Un’opera di Stephan Balkenhol esposta nello stand della galleria Ludorff di Düsseldorf. Cortesia di Giorgio Guglielmino

Opere intorno al milione erano presenti anche a Colonia, come dimostra il Baselitz venduto da Thaddaeus Ropac il primo giorno a 875mila euro. Gran parte delle opere però si attestavano tra 100 e 400mila euro accanto a una considerevole offerta di lavori anche a prezzi molto più bassi, senza però mai abdicare alla qualità. Sprüth Magers ha venduto una tela di Walter Dahn a 120mila euro, una scultura di Rosemarie Trockel a 150mila euro e un lavoro della star in ascesa Anne Imhof (della quale il Museum Ludwigha acquisito alcuni lavori) a 95mila euro. La stessa galleria ha venduto una splendida serie di 6 lavori su carta del 1991 della Trockel intitolata «Cologne Nightingale» a 95mila euro. Altre opere particolarmente interessanti sotto la soglia dei 100mila euro erano due lavori degli anni Sessanta di Joseph Beuys da Thaddaeus Ropac a 100mila e 65mila euro, due magnifici grandi acquarelli di Katharina Grosse da Max Hetzler a 65mila euro, un Per Kirkeby, addirittura del 1977, da Michael Werner a 35mila euro, una rara tela del francese Bernard Piffaretti dalla galleriaKlemm’s ugualmente a 35mila euro. Molto più cara invece una carta di Jannis Kounellis, con segni e lettere particolarmente lavorata con un elemento di collage, da Karsten Greve: 450mila euro.

Uno scorcio degli stand presenti alla fiera Art Cologne. Cortesia di Art Cologne

A parte il citato Kounellis, quasi inesistenti gli artisti italiani così come anche i black artist o le mega star britanniche come Tracey Emin. Gran parte degli artisti esposti erano tedeschi: da Baselitz aPolke, da Balkenhol (presente in ben 5 gallerie) a Richter, da Middendorf a Förg. Risaltava una presentazione della produzione artistica della Germania che colpisce per varietà e qualità. Quale è il pubblico di Colonia? Ad Art Cologne si trova un pubblico molto selezionato, soprattutto tedesco proveniente anche da città vicine come Bonn e Düsseldorf, tenendo presente che la Renania è una regione a elevata concentrazione di collezionisti. Ma non mancano visitatori da altri Paesi europei, soprattutto Belgio e Olanda. Totalmente assenti invece gli americani e gli asiatici, ma nessuno sembra preoccuparsene troppo dal momento che le vendite casalinghe sono state comunque ottime. Gallerie di altri Paesi? Tre le presenze italiane, P420 ha partecipato per la prima volta e Chiara Tiberioha dichiarato a «Il Giornale dell’Arte» di essere particolarmente soddisfatta dell’interesse di alcuni curatori tedeschi per il lavoro che loro stanno svolgendo su Irma Blank, in vista di iniziative postume sull’ artista nella sua natia Germania. Una presenza straniera che ha caratterizzato questa edizione è stata quella di alcune gallerie turche che hanno venduto opere di loro artisti a prezzi compresi tra 10 e 20mila euro a collezionisti turchi residenti in Germania. Forse è impensabile che i grandi eventi fieristici organizzati da Art Basel e Frieze tornino all’essenzialità di Art Cologne. Se ciò non avverrà, sarà un’ottima ragione per continuare a visitare la fiera di Colonia.

Giorgio Guglielmino, 11 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

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